Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
— XXIV —

strade; il che è ottenuto alterando alquanto, come fu detto, le leggi
della prospettiva.
La pianta reca il nome dell'autore che la rilevò e la disegnò e
quello dell'artista, l'orafo Bonaventura Billocardo, che ne eseguì
sul rame l' incisione e inoltre una lettera dedicatoria al Granduca
Francesco I de' Medici, ai servigi del quale si trovava in qualità
di cosmografo il monaco olivetano.
Dieci anni dopo la prima pubblicazione, i rami pervennero in
proprietà del libraio Girolamo Franceschi senese, il quale, essendo
ormai passato di questa vita il Granduca Francesco I, ne tolse la
lettera dedicatoria, sostituendovi un'elegante formella, e vi fece
alcune aggiunte necessarie, come oggi si direbbe, per metterla al
corrente. Fra tali aggiunte, notevoli quella della fortezza di Bel-
vedere, che il Buontalenti eresse nel 1590; la statua di Cosimo I
innalzata due anni più tardi nella Piazza che da allora si disse
del Granduca; l' indicazione Ponte vecchio « orefici », i quali orefici
solo nel 1593 occuparono sul detto ponte le botteghe tenute già
dai macellari.
Tale edizione soltanto deve essere stata conosciuta dal Targioni
Pozzetti, giacché, citando egli nella prefazione dei suoi celebri Viaggi
per la Toscana i lavori cartografici del Buonsignori, scrive: « D. Ste-
fano disegnò anche in grande una bellissima veduta piuttosto che
pianta» — vedemmo come tale qualifica non sia da considerare giu-
sta — « della città di Firenze incisa in rame in nove fogli pubblicati
nel 1594 da Girolamo Franceschi senese ». Una copia di questa edi-
zione si conservò sino a pochi anni fa, per passare poi al Museo
Topografico, nella Sagrestia del convento di Monte Oliveto, cui il
Buonsignori appartenne, dove era stata collocata dall'abate D. Be-
nedetto M.a Benedetti, custode della Chiesa che l'avea rinvenuta nei
magazzini del Convento. Assai probabilmente fu tratta da questo
esemplare la copia che, come il Del Badia ricorda, servì nel 1730
ai monaci olivetani per avvalorare certi vantati diritti di proprietà
su alcune strade che sboccavano in Via Pisana.
Dalle mani del Franceschi i rami della bella pianta fiorentina
passarono successivamente in quelle dell'operosissimo calcografo
romano Giovanni Iacopo De' Rossi, noto editore di carte geogra-
fiche, il quale fece scomparire ogni traccia dei nomi dell'autore e
dell'incisore e a quelli sostituì la leggenda: « Si stampano da Gio-
vanni Iacopo De' Rossi in Roma alla Pace con privilegio ».
La memoria dell'opera di Don Stefano Buonsignori parve quindi
condannata all'oblio, tanto che il Da Verrazzano, presentando nel
 
Annotationen