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due grandi miniature a piena pagina e ci pongono sott'occhio i prin-
cipali monumenti di Firenze (vedi G. BIAGI, Riproduzioni di mano-
scritti miniati: cinquanta tavole ecc. Firenze A. De Marinis, in-4).
Nell'una (tav. XIII, p. 12) l'artista volle rappresentare la cacciata dei
poveri da Siena durante la carestia del 1328-30; ma in realtà abbiamo
una veduta di Firenze con le armi di Siena, in cui son rappresen-
tate: la prima cerchia delle mura, la Porta del Vescovado, Santa
Reparata, il campanile di Badia e la Torre di Giotto non ancor
terminata; l'altra (tav. XIV) mostra le stesse mura, la Porta del
Vescovado, il Battistero, il campanile di Badia, la torre del Bar-
gello e altri edilìzi dell'epoca e la pietosa accoglienza che durante
la carestia i priori e i cittadini di Firenze fanno ai poveri, dando
loro di che sfamarsi. La tav. XVIII mostra il mercato dei grani in
Or San Michele in un anno di carestia, con il tabernacolo miraco-
loso della Vergine, quale doveva essere prima degli abbellimenti
posteriori. Si trovano a c. 57re 58r e misurano 240 X 346 rnm.
Sono state riprodotte, oltreché dal Biagi, anche da altri, ad es. da
Paolo D'Ancona, La miniatura fiorentina, tav. io (Firenze, Olschki,
1914, in-fol.). Vedi anche la nostra Tav. I, n. 2.
Altre piccole vedute, molto sommarie e un po' ideali, ci son for-
nite da un codice del Boccaccio della Biblioteca Nazionale di Parigi
(Fonds italiens, 482, c. 79 v e 214 r), appartenente secondo il Da-
VIDSOHN al secondo terzo del Trecento (Storia di Firenze I, 2,
p. 1128-29 tav. 71-2 ediz. ital.). E raffigurato nell'una, che orna
l'introduzione della 4? Giornata, Filippo Balducci che col figlio
entra in città dalla porta di settentrione, il Battistero alla loro si-
nistra e il Palazzo Vecchio arbitrariamente di fronte; ma si vede
in parte, dietro il Battistero, la facciata di S. Reparata, il cui cam-
panile, demolito nel 1357 è riprodotto da un lato della chiesa,
mentre dall'altro si vede la torre di Giotto: i due campanili rima-
sero infatti in piede contemporaneamente per breve tempo fino
all'a. 1357. Nell'altra miniatura si rappresenta il ritorno della lieta
brigata in città che il miniatore figura, con tutti i suoi edifici af-
fastellati, tutta chiusa ancora nel secondo cerchio delle mura. Vedi
la Tav. I, n. 1.
Qualche veduta parziale di Firenze adorna pure il codice Chi-
giano L. VIII, 296 della Cronica di G. Villani, quella ad esempio
del Ponte Vecchio (porzione) con la statua famosa, detta di Marte,
riprodotta dal Davidsohn (Op. e 1. cit., pag. 1155, tav. 84 — vedi
anche p. 1067, tav. 66), e da Dami-Barbadoro Firenze di Dante
p. 22, tav. 9 (Firenze, Alinari, 1921, in-8 f.).
due grandi miniature a piena pagina e ci pongono sott'occhio i prin-
cipali monumenti di Firenze (vedi G. BIAGI, Riproduzioni di mano-
scritti miniati: cinquanta tavole ecc. Firenze A. De Marinis, in-4).
Nell'una (tav. XIII, p. 12) l'artista volle rappresentare la cacciata dei
poveri da Siena durante la carestia del 1328-30; ma in realtà abbiamo
una veduta di Firenze con le armi di Siena, in cui son rappresen-
tate: la prima cerchia delle mura, la Porta del Vescovado, Santa
Reparata, il campanile di Badia e la Torre di Giotto non ancor
terminata; l'altra (tav. XIV) mostra le stesse mura, la Porta del
Vescovado, il Battistero, il campanile di Badia, la torre del Bar-
gello e altri edilìzi dell'epoca e la pietosa accoglienza che durante
la carestia i priori e i cittadini di Firenze fanno ai poveri, dando
loro di che sfamarsi. La tav. XVIII mostra il mercato dei grani in
Or San Michele in un anno di carestia, con il tabernacolo miraco-
loso della Vergine, quale doveva essere prima degli abbellimenti
posteriori. Si trovano a c. 57re 58r e misurano 240 X 346 rnm.
Sono state riprodotte, oltreché dal Biagi, anche da altri, ad es. da
Paolo D'Ancona, La miniatura fiorentina, tav. io (Firenze, Olschki,
1914, in-fol.). Vedi anche la nostra Tav. I, n. 2.
Altre piccole vedute, molto sommarie e un po' ideali, ci son for-
nite da un codice del Boccaccio della Biblioteca Nazionale di Parigi
(Fonds italiens, 482, c. 79 v e 214 r), appartenente secondo il Da-
VIDSOHN al secondo terzo del Trecento (Storia di Firenze I, 2,
p. 1128-29 tav. 71-2 ediz. ital.). E raffigurato nell'una, che orna
l'introduzione della 4? Giornata, Filippo Balducci che col figlio
entra in città dalla porta di settentrione, il Battistero alla loro si-
nistra e il Palazzo Vecchio arbitrariamente di fronte; ma si vede
in parte, dietro il Battistero, la facciata di S. Reparata, il cui cam-
panile, demolito nel 1357 è riprodotto da un lato della chiesa,
mentre dall'altro si vede la torre di Giotto: i due campanili rima-
sero infatti in piede contemporaneamente per breve tempo fino
all'a. 1357. Nell'altra miniatura si rappresenta il ritorno della lieta
brigata in città che il miniatore figura, con tutti i suoi edifici af-
fastellati, tutta chiusa ancora nel secondo cerchio delle mura. Vedi
la Tav. I, n. 1.
Qualche veduta parziale di Firenze adorna pure il codice Chi-
giano L. VIII, 296 della Cronica di G. Villani, quella ad esempio
del Ponte Vecchio (porzione) con la statua famosa, detta di Marte,
riprodotta dal Davidsohn (Op. e 1. cit., pag. 1155, tav. 84 — vedi
anche p. 1067, tav. 66), e da Dami-Barbadoro Firenze di Dante
p. 22, tav. 9 (Firenze, Alinari, 1921, in-8 f.).