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Ma quanto all'autore o agli autori, sia del disegno sia dell' incisione sia
della stampa, le ipotesi son venute succedendosi alle ipotesi, sin da quando
primamente il Lippmann illustrò la Veduta nel terzo Jahrbuch berlinese (1882)
delle reali Collezioni d'arte prussiane (pp. 162-179). Un nome tuttavia pareva
sinora che potesse vantare maggiore attendibilità, quello di Francesco Rosselli
fiorentino - accennato già dal Badia (r) e proposto dall' Uzielli, p. 654 - fratello
meno illustre di Cosimo, ma come lui valente pittore o piuttosto miniatore, e
per di più intagliatore, stampatore e venditore di stampe ovvero calcografo e
anche cosmografo rinomato (Uzielli, 524 ; Ehrle, 8-9). Il nome di Vincenzo
Catena suggerito da qualcuno a causa della catena che circonda e incornicia
tutto il disegno (Ricci, X) si scartava da sé, perchè quest'artista nacque a
Venezia nel 1470 ca. (Thieme e Becker, VI, 152) proprio al tempo cioè a cui
risaliva l'incisione. Né troppo favore aveva l'opinione di Paolo Kristeller, il
quale proponeva (p. 159) un altro fiorentino, Lucantonio degli Uberti (2), non
però quale disegnatore della Veduta, chè anche questi avrebbe avuto troppo
pochi anni a quel tempo essendo egli quasi contemporaneo del Catena, ma
quale semplice incisore. «È molto probabile, così il p. Ehrle (p. 11) riassu-
mendo le conclusioni di lui, che la veduta di Firenze sia stata incisa da Lu-
cantonio degli Uberti fiorentino il quale per primo lavorò come stampatore e
incisore in legno ed acciaio a Firenze, Venezia (1500) e Verona (1503-1504).
Da Venezia tornò a Firenze ed introdusse ivi la tecnica veneziana. Secondo
(1) Illustrando la Pianta del Bonsignori : « Credo riconoscere, scrive a p. 571 e
intende parlare della Veduta berlinese, nella Firenze di sei fogli reali inventariata tra
le robe esistenti l'a. 1526 nella bottega di Alessandro di Francesco Rosselli mereiaio e
al tempo stesso calcografo, venditore di globi, carte topografiche, geografiche, da navi-
chare, ed anche poeta ». Nell' inventario, preziosissimo, conservato nella filza d' inventari
1526-29 del Magistrato dei Pupilli (vedi il N. 2 della presente App.) dove lo scoperse Gae-
tano Milanesi, si elencano 13 carte da navigare di 9 specie, 32 mappamondi tra grandi e
piccoli, più 6 forme, varie carte geografiche (d'Italia, di Francia, d' Ungheria, dell'India,
dell' Isola di Candia), una forma di Lombardia e varie piante di città tra cui la Firenze
suddetta, una Roma in tre pezzi e 12 fogli reali, una Roma in tela in istampa del Pu-
pillo, una Costantinopoli in tela colorita in istampa del Pupillo e una Costantinopoli in 6
pezzi. Il Del Badia lo pubblicò in parte e in parte 1' Uzielli (p. 524), ma nè l'uno nè
l'altro, è a dolersi, interamente (Ehrle, p. 8, n. 4 e p. 6, n. 1). L' incisione berlinese
è composta di sei fogli e d'una striscia, secondo il Brockans (p. 65), di sette fogli se-
condo il Lippmann (p. 174). Nell' Inventario si parlà di fogli comuni, di fogli mezzani
e di fogli piccoli. Il foglio reale doveva certo esser quello di dimensioni più vistose,
alla stessa maniera, come il bibliotecario S. Morpurgo congettura, del foglio papale, ma
quali queste si fossero è incerto. Da luogo a luogo e d' età e in età dovettero le forme
del foglio reale modificarsi e a Napoli ad es., come dai conti della Tesoreria Aragonese
l'erudito libraio De Marinis potè rilevare, le dimensioni ne dovevano essere piuttosto
piccole, quelle d'un ordinario codice in-fo. La tiratura della copia berlinese, aggiunge
1' Ehrle sulla scorta del Brockaus (p. 53), non è buona: sembra fatta nel sec. XVI,
quando le forme erano già alquanto logore.
(2) O De Hubertis. Cfr. R. Almagià, La più antica carta, ecc., pag. 4 seg.
d. estr. Una serie di documenti intorno a lui ha rintracciato 1'Almagià nell' Arch. di
St. di Venezia, riferentisi agli anni 1505-1513.
Ma quanto all'autore o agli autori, sia del disegno sia dell' incisione sia
della stampa, le ipotesi son venute succedendosi alle ipotesi, sin da quando
primamente il Lippmann illustrò la Veduta nel terzo Jahrbuch berlinese (1882)
delle reali Collezioni d'arte prussiane (pp. 162-179). Un nome tuttavia pareva
sinora che potesse vantare maggiore attendibilità, quello di Francesco Rosselli
fiorentino - accennato già dal Badia (r) e proposto dall' Uzielli, p. 654 - fratello
meno illustre di Cosimo, ma come lui valente pittore o piuttosto miniatore, e
per di più intagliatore, stampatore e venditore di stampe ovvero calcografo e
anche cosmografo rinomato (Uzielli, 524 ; Ehrle, 8-9). Il nome di Vincenzo
Catena suggerito da qualcuno a causa della catena che circonda e incornicia
tutto il disegno (Ricci, X) si scartava da sé, perchè quest'artista nacque a
Venezia nel 1470 ca. (Thieme e Becker, VI, 152) proprio al tempo cioè a cui
risaliva l'incisione. Né troppo favore aveva l'opinione di Paolo Kristeller, il
quale proponeva (p. 159) un altro fiorentino, Lucantonio degli Uberti (2), non
però quale disegnatore della Veduta, chè anche questi avrebbe avuto troppo
pochi anni a quel tempo essendo egli quasi contemporaneo del Catena, ma
quale semplice incisore. «È molto probabile, così il p. Ehrle (p. 11) riassu-
mendo le conclusioni di lui, che la veduta di Firenze sia stata incisa da Lu-
cantonio degli Uberti fiorentino il quale per primo lavorò come stampatore e
incisore in legno ed acciaio a Firenze, Venezia (1500) e Verona (1503-1504).
Da Venezia tornò a Firenze ed introdusse ivi la tecnica veneziana. Secondo
(1) Illustrando la Pianta del Bonsignori : « Credo riconoscere, scrive a p. 571 e
intende parlare della Veduta berlinese, nella Firenze di sei fogli reali inventariata tra
le robe esistenti l'a. 1526 nella bottega di Alessandro di Francesco Rosselli mereiaio e
al tempo stesso calcografo, venditore di globi, carte topografiche, geografiche, da navi-
chare, ed anche poeta ». Nell' inventario, preziosissimo, conservato nella filza d' inventari
1526-29 del Magistrato dei Pupilli (vedi il N. 2 della presente App.) dove lo scoperse Gae-
tano Milanesi, si elencano 13 carte da navigare di 9 specie, 32 mappamondi tra grandi e
piccoli, più 6 forme, varie carte geografiche (d'Italia, di Francia, d' Ungheria, dell'India,
dell' Isola di Candia), una forma di Lombardia e varie piante di città tra cui la Firenze
suddetta, una Roma in tre pezzi e 12 fogli reali, una Roma in tela in istampa del Pu-
pillo, una Costantinopoli in tela colorita in istampa del Pupillo e una Costantinopoli in 6
pezzi. Il Del Badia lo pubblicò in parte e in parte 1' Uzielli (p. 524), ma nè l'uno nè
l'altro, è a dolersi, interamente (Ehrle, p. 8, n. 4 e p. 6, n. 1). L' incisione berlinese
è composta di sei fogli e d'una striscia, secondo il Brockans (p. 65), di sette fogli se-
condo il Lippmann (p. 174). Nell' Inventario si parlà di fogli comuni, di fogli mezzani
e di fogli piccoli. Il foglio reale doveva certo esser quello di dimensioni più vistose,
alla stessa maniera, come il bibliotecario S. Morpurgo congettura, del foglio papale, ma
quali queste si fossero è incerto. Da luogo a luogo e d' età e in età dovettero le forme
del foglio reale modificarsi e a Napoli ad es., come dai conti della Tesoreria Aragonese
l'erudito libraio De Marinis potè rilevare, le dimensioni ne dovevano essere piuttosto
piccole, quelle d'un ordinario codice in-fo. La tiratura della copia berlinese, aggiunge
1' Ehrle sulla scorta del Brockaus (p. 53), non è buona: sembra fatta nel sec. XVI,
quando le forme erano già alquanto logore.
(2) O De Hubertis. Cfr. R. Almagià, La più antica carta, ecc., pag. 4 seg.
d. estr. Una serie di documenti intorno a lui ha rintracciato 1'Almagià nell' Arch. di
St. di Venezia, riferentisi agli anni 1505-1513.