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dotta e più diffusa del Fiorimi, è la pianta di Firenze che si trova nel
Theatro delle città d'Italia del Bertelli, riprodotta dall'erudito teatino
P. Raffaele Savonarola a corredo del suo Universus Terrarum Orbis
pubblicato col nome di Lasor a Varea (i). Pianta che con i mede-
simi errori di nomi e con altri aggiunti si trova riprodotta anche
nelle varie edizioni dell'Itinerario d'Italia dello Scotto.
Non mancano tuttavia, anche nel secolo XVII, le rappresenta-
zioni topografiche cittadine che si possono ritenere frutto di rego-
lari operazioni metriche. Nel nostro Archivio di Stato si conserva
una bella pianta della città di Firenze del 1690, in grandi dimen-
sioni, che opportunamente 1' Imbert riprodusse sulla scala di '/8 del-
l'originale a corredo del suo bel volume su La Vita Fiorentina
nel 600(2). E questo un prezioso documento di particolare importanza
per la nomenclatura stradale, nell' interesse della quale sembra spe-
cialmente costruito. Un copioso indice dei nomi delle vie correda
infatti la carta, la quale è stata, secondo il moderno costume, reti-
colata in modo da agevolare la identificazione delle vie cui i nomi
si riferiscono. Appartengono alla stessa epoca un altro disegno più
grossolano, che pur si conserva nel nostro Archivio di Stato e così
quella grandiosa pianta manoscritta di Firenze, di cui il Principe Tom-
maso Corsini faceva dono pochi anni addietro al Comune fiorentino
e che, dopo essere stata per parecchi anni negletta nei magazzini
di Palazzo Vecchio, ricevette degno collocamento nel nostro Museo
Topografico.
La prima pianta, fra quelle pubblicate, che ci risulti non essere
una riproduzione, più o meno imperfetta, di quella del Buonsignori,
e svincolata pertanto da ogni pretesa prospettica, appartiene alla
prima metà del secolo XVIII. Porta essa il titolo di Pianta della
città di Firenze nelle sue vere misure colla descrizione dei luoghi più
notabili di ciascun quartiere e fu nel 1731 data in luce da Ferdinando
Ruggeri, architetto e incisore di molta reputazione. Il Ruggeri de-
dicò la sua pianta al Granduca Giangastone dicendo di aver voluto
fare opera esatta nella descrizione dei luoghi più notabili.
Ed invero la pianta del Ruggeri, sebbene costruita in non
grandi proporzioni (1 : 5500 circa), è assai pregevole per fedeltà
geometrica e per la copia delle indicazioni, onde la ritroviamo ri-
fi) Patavii, 1713, t. I, p. 387.
' (2) G. Imbert, La Vita Fiorentina nel Seicento. Firenze, Bemporad, 1906.
L'originale di questa bella pianta che misura m. 1,50X1,65 si conserva nel
R. Archivio di Stato di Firenze, Capitani di Parte, n. 2.
dotta e più diffusa del Fiorimi, è la pianta di Firenze che si trova nel
Theatro delle città d'Italia del Bertelli, riprodotta dall'erudito teatino
P. Raffaele Savonarola a corredo del suo Universus Terrarum Orbis
pubblicato col nome di Lasor a Varea (i). Pianta che con i mede-
simi errori di nomi e con altri aggiunti si trova riprodotta anche
nelle varie edizioni dell'Itinerario d'Italia dello Scotto.
Non mancano tuttavia, anche nel secolo XVII, le rappresenta-
zioni topografiche cittadine che si possono ritenere frutto di rego-
lari operazioni metriche. Nel nostro Archivio di Stato si conserva
una bella pianta della città di Firenze del 1690, in grandi dimen-
sioni, che opportunamente 1' Imbert riprodusse sulla scala di '/8 del-
l'originale a corredo del suo bel volume su La Vita Fiorentina
nel 600(2). E questo un prezioso documento di particolare importanza
per la nomenclatura stradale, nell' interesse della quale sembra spe-
cialmente costruito. Un copioso indice dei nomi delle vie correda
infatti la carta, la quale è stata, secondo il moderno costume, reti-
colata in modo da agevolare la identificazione delle vie cui i nomi
si riferiscono. Appartengono alla stessa epoca un altro disegno più
grossolano, che pur si conserva nel nostro Archivio di Stato e così
quella grandiosa pianta manoscritta di Firenze, di cui il Principe Tom-
maso Corsini faceva dono pochi anni addietro al Comune fiorentino
e che, dopo essere stata per parecchi anni negletta nei magazzini
di Palazzo Vecchio, ricevette degno collocamento nel nostro Museo
Topografico.
La prima pianta, fra quelle pubblicate, che ci risulti non essere
una riproduzione, più o meno imperfetta, di quella del Buonsignori,
e svincolata pertanto da ogni pretesa prospettica, appartiene alla
prima metà del secolo XVIII. Porta essa il titolo di Pianta della
città di Firenze nelle sue vere misure colla descrizione dei luoghi più
notabili di ciascun quartiere e fu nel 1731 data in luce da Ferdinando
Ruggeri, architetto e incisore di molta reputazione. Il Ruggeri de-
dicò la sua pianta al Granduca Giangastone dicendo di aver voluto
fare opera esatta nella descrizione dei luoghi più notabili.
Ed invero la pianta del Ruggeri, sebbene costruita in non
grandi proporzioni (1 : 5500 circa), è assai pregevole per fedeltà
geometrica e per la copia delle indicazioni, onde la ritroviamo ri-
fi) Patavii, 1713, t. I, p. 387.
' (2) G. Imbert, La Vita Fiorentina nel Seicento. Firenze, Bemporad, 1906.
L'originale di questa bella pianta che misura m. 1,50X1,65 si conserva nel
R. Archivio di Stato di Firenze, Capitani di Parte, n. 2.