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Pazzi (in via Pinti) che dal 1322 al 1442 fu in possesso dei Ci-
stercensi di Settimo che vi fabbricarono un ospizio; a p. 55 per le
convertite ossia S. Elisabetta delle Convertite fondata verso il 1330
dalla Compagnia dei Laudesi (in via dei Serragli); a p. 152 per il
saggio, torre nel Mercato Nuovo tra via Porta Rossa e via Val di
Lamona ; a p. 72 per S. Giovanni Battista della Calza, ospedale
Gerosolimitano fondato nel 1362 (a porta Romana); a p. 64 per
l'ospedale di S. Gallo; a p. 68 per il palazzo dei Gianfigliazzi (nel
lungarno Corsini); a p. 59 per il ceppo, ossia per S. Filippo e Ia-
copo del Ceppo (tra corso dei Tintori e l'Arno), destinato nel 1414
ad albergo dei pellegrini; a p. 20 per l'ospedale di Lelmo cioè di
Guglielmo Balducci (1386) (con loggia in via Ricasoli ) ; a p. 87
per il palazzo Larioni, poi Canigiani (in via dei Bardi); a p. 112
per il palazzo della mercatanzia (in piazza Signoria); a p. 101 per
S. Maria della Neve (in via San Gallo); a p. 32 per il palazzo di
Nicolò da Uzzano (poi Capponi, in via dei Bardi) costruito da Lo-
renzo de' Bicci per Nicolò da Uzzazo nel 1420; a p. 155 per la
Sapienza; a p. 160 per il Palazzo Soderini (in via Guicciardini).
Questo medesimo tipo di pianta, il cui archetipo si potrebbe
forse legittimamente far risalire a un secolo prima, ricorre anche
nel Vaticano Urbinate n.° 277 (an. 1472, membran., 597X427 rnm.
Ptolomaei Claudii Cosmographia, a p. 71 sgg.) assieme ad altre piante
di città, tutte a colori, cioè di Roma, Costantinopoli, Damasco, Ge-
rusalemme, Alessandria, Cairo e Volterra (cfr. C. Stornatolo, Co-
dices Urbinates latini, p. 253, Roma, tip. Vaticana, 1902 : la pianta
di Roma ne fu pubblicata dal De Rossi, Piante iconografiche e pro-
spettiche di Poma, tav. 3.*, Roma 1879). Le dimensioni sono mag-
giori, cioè 38X28 cm., e i nomi sono qui quasi tutti in latino. Tra-
scriviamo anche questi, nel medesimo ordine degli altri, per chi
voglia fare qualche confronto : Florentia titolo in alto nel mezzo,
entro nastro ; (fuori delle mura di là d'Arno :) Sancii miniati, Sancii
frane., monasterium eiusdem sancii; (di qua d'Arno :) Aquaeductus ;
(le porte, cominciando da sinistra:) P. sancii nicolai, P. sancii mi-
niatis, P. sancii georgii, P. sancii petri guttuarii, P. parua, P. pra-
tensis, P. ad faentiam, Sancii galli P., Porla ad pintim, P. de (cruce),
P. iustitie ; (i ponti sull'Arno:) Rubacontis, Velus, P. sancte trini-
tatis, P. ad carrariam; (gli edifizi di là d'Arno :) S. iohannis, S. clare,
conuertitarum, Sancii foelicis, Sancii spiritus, Camaldoli, Monasterium
carmelinum quod et Carmino dicitur vulgo, Domus domini lucae de pittis,
Sancii georgii, Sanctae felicitatis, Santi nicolai, mozia domus, Sancii
gregari, Domus lariona, Domus nicolai de uzano, D. de cerichinis,
Pazzi (in via Pinti) che dal 1322 al 1442 fu in possesso dei Ci-
stercensi di Settimo che vi fabbricarono un ospizio; a p. 55 per le
convertite ossia S. Elisabetta delle Convertite fondata verso il 1330
dalla Compagnia dei Laudesi (in via dei Serragli); a p. 152 per il
saggio, torre nel Mercato Nuovo tra via Porta Rossa e via Val di
Lamona ; a p. 72 per S. Giovanni Battista della Calza, ospedale
Gerosolimitano fondato nel 1362 (a porta Romana); a p. 64 per
l'ospedale di S. Gallo; a p. 68 per il palazzo dei Gianfigliazzi (nel
lungarno Corsini); a p. 59 per il ceppo, ossia per S. Filippo e Ia-
copo del Ceppo (tra corso dei Tintori e l'Arno), destinato nel 1414
ad albergo dei pellegrini; a p. 20 per l'ospedale di Lelmo cioè di
Guglielmo Balducci (1386) (con loggia in via Ricasoli ) ; a p. 87
per il palazzo Larioni, poi Canigiani (in via dei Bardi); a p. 112
per il palazzo della mercatanzia (in piazza Signoria); a p. 101 per
S. Maria della Neve (in via San Gallo); a p. 32 per il palazzo di
Nicolò da Uzzano (poi Capponi, in via dei Bardi) costruito da Lo-
renzo de' Bicci per Nicolò da Uzzazo nel 1420; a p. 155 per la
Sapienza; a p. 160 per il Palazzo Soderini (in via Guicciardini).
Questo medesimo tipo di pianta, il cui archetipo si potrebbe
forse legittimamente far risalire a un secolo prima, ricorre anche
nel Vaticano Urbinate n.° 277 (an. 1472, membran., 597X427 rnm.
Ptolomaei Claudii Cosmographia, a p. 71 sgg.) assieme ad altre piante
di città, tutte a colori, cioè di Roma, Costantinopoli, Damasco, Ge-
rusalemme, Alessandria, Cairo e Volterra (cfr. C. Stornatolo, Co-
dices Urbinates latini, p. 253, Roma, tip. Vaticana, 1902 : la pianta
di Roma ne fu pubblicata dal De Rossi, Piante iconografiche e pro-
spettiche di Poma, tav. 3.*, Roma 1879). Le dimensioni sono mag-
giori, cioè 38X28 cm., e i nomi sono qui quasi tutti in latino. Tra-
scriviamo anche questi, nel medesimo ordine degli altri, per chi
voglia fare qualche confronto : Florentia titolo in alto nel mezzo,
entro nastro ; (fuori delle mura di là d'Arno :) Sancii miniati, Sancii
frane., monasterium eiusdem sancii; (di qua d'Arno :) Aquaeductus ;
(le porte, cominciando da sinistra:) P. sancii nicolai, P. sancii mi-
niatis, P. sancii georgii, P. sancii petri guttuarii, P. parua, P. pra-
tensis, P. ad faentiam, Sancii galli P., Porla ad pintim, P. de (cruce),
P. iustitie ; (i ponti sull'Arno:) Rubacontis, Velus, P. sancte trini-
tatis, P. ad carrariam; (gli edifizi di là d'Arno :) S. iohannis, S. clare,
conuertitarum, Sancii foelicis, Sancii spiritus, Camaldoli, Monasterium
carmelinum quod et Carmino dicitur vulgo, Domus domini lucae de pittis,
Sancii georgii, Sanctae felicitatis, Santi nicolai, mozia domus, Sancii
gregari, Domus lariona, Domus nicolai de uzano, D. de cerichinis,