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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Spano, Giovanni: Strade antiche della Sardegna, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0017

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gusto, e di Bostare fatto perire dal Pretore M. Scauro
difeso da Cicerone il quale in questa occasione sfogò la
sua bile contro la Sardegna (1). Dopo Nora la strada se-
guitava lungo la spiaggia e passava in Nuracheddus sopra
Caladostia, dove si rinvennero colonne milliarie (2), ed
arrivava a Bithia, o Bitia che aveva un bel porto, il
quale oggi è detto Isola Rossa, come il Portus Herculis
è il Porto Malfatano. Presso la Chiesa di Sant' Isidoro
vi si osservano rovine romane, e pare che ivi fosse l'an-
tica Bizia di cui non si può dubitare per esser mento-
vata anche nelle iscrizioni milliarie.

Tegula veniva dopo Bizia per andare in Sulcis, e fino
ad oggi ha conservato il nome Teulada: ma l'antica sta-
zione o borgo esisteva presso il capo oggi detto di Teulada,
l'antico Kersonesus , e poi detto Caput Tegulare. Si ve-
dono ancora antiche rovine a poca distanza del villaggio
presso la torre* di Cala-piombo e di Porto-Scuro che
oggi chiamano Antigori, quasi indicando il sito antico
della popolazione (3). Radendo la spiaggia, e passando alla
sinistra dei villaggi di Viilarios e Palmas, dove tuttora
sono visibili alcune traccia, si arrivava alla celebre.

Sulcis, citta doviziosa e Municipio Romano, la di cui
fondazione si attribuisce ai Cartaginesi. E indubitabile che
il sito di questa città sia precisamente quello dove oggi

Continua

(i) V. Il Riso Sardonico, la nostra lettera al Cav. D. Giovenale Vegazi
Ruscalla. Cagl. Tip. Nazionale 18S5.

(a) In vicinanza di Chia si trovano avanzi romani, e perciò la strada segui-
tava radendo sempre la spiaggia.

(3) In questo sito al di là dalla torre a sinistra vi esiste un antica cava di
marmo bianco. Molte opere che abbiamo come statue, sacorfagi, ed altro del
tempo dei Romani sono di questo marmo. Il marmorista A. Ugolino che visitò la
cava e vi estrasse molti pezzi per metterli in opera, dice d'essere cava di tempo
molto rimoto perchè vi sono i segnali come distaccavano i massi, cioè con
biette o cunei di legno come si usava dai Greci e dai Romani., non di ferro,
come usano i moderni. Molte delle colonne dell' antica Cattedr. di Oristano, tra-
sportate da Tharros, sono dello stesso marmo di questa cava.
 
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