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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Spano, Giovanni: [Dell'arte plastica in Sardegna],[2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0083

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BULLETT1N0 ARCHEOLOGICO SARDO

N.° 6. Anno IL Giugno 1856

Continuazione all' articolo precedente — Antichità degli scavi di
Tharros — Nome silo, ecc. dell'antica Città di Cagliari — Cagliari
Romana — Ultime scoperte — Iscrizioni latine.

CONTINUAZIONE DELl/ ARTICOLO PRECEDENTE

è quella dello stesso sito dove si trovano le medesime stovi-
glie (1). I vasi tutti, piatti e statuette di terra cotta che
si scuoprono nelle tombe hanno un carattere sardo confor-
mato al gusto di quelle colonie o popoli che se ne ser-
virono e li posero in uso. Così per esempio troveremo vasi
sardo-egizii, sardo-punici, sardo romani, ecc. perchè lavorati
in Sardegna , e fatti dalla materia che vi trovarono in
proposito quelle colonie che sopraggiunsero.

Anche i popoli selvaggi la prima cosa a cui pensarono
è stata di prevalersi della terra cotta per usi domestici (2).
L' origine però dei plastici lavori si confonde nell'oscurità
dei tempi, sebbene poi ogni nazione l'abbia migliorata,
adottandola anche alla statuaria (3). Grandi artisti si ap-

(1) In Tharros si trovò il forno, e la terra preparata per formare vasellami1
Il nome che tuttora conserva una regione presso Ploaghe, Figulina, indica chia-
ramente come vi fossero officine di stoviglie (V. An. II. pag. 48).

(2) Naturalmente vedendo che la terra resisteva all' azione del fuoco, ognuno
si sarà ingegnalo di trar partito da quella dandole la forma per 1' uso oppor-
tuno. Nelle fornaci poi che facevano, il caso avrà insegnato il modo per dare la
Ternice. Nelle tombe di Tharros si sono scoperte stoviglie che hanno la stessa
vernice verde che attualmente danno i moderni vasellai per mezzo della galanza,
ossia polvere del minerale piombifero.

(5) h' origine dell1 idolatria deve ripetersi dalla plastica statuaria, perchè il
primo fu quel Genitore che, essendogli morto il figlio che tanto amava, ne imitò
la figura con terra che poi adorò come una divinità. Sap. XIV, la.
 
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