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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

DOI Artikel:
Spano, Giovanni: [Dell'arte plastica in Sardegna],[2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0084

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plicarono facendone risultare tutti 1 pregj dell arte e del
disegno, per cui non s'ingannò Varrone , allorché pro-
nunziò colla sua autorità che la plastica fu madre della
statuaria.

L' arte ceramica, o plastica la esercitarono gli Ebrei, e
prima di loro arrivò ad una gran perfezione presso gli
Egizii, come risulta dagli scavi che si sono fatti in ogni
tempo, rilevando da quei sotterranei, come erano già arrivati
alla perfezione, e la coltivavano sommi maestri forniti di
ogni sapere, perchè Y adottarono non solamente agli usi
domestici, ma anche al culto divino ed alla loro Religione.

I Greci la portarono ad un punto da non più desiderare
attribuendone anche a se stessi per vanita la prima inven-
zione, predicando il favoloso Prometeo, il primo plastica-
tore, per cui Luciano scherzevolmente chiama Prometei
tutti quelli che esercitavano 1' arte figulina. Omero ci ri-
corda quest'arte (II. IX. 464 ed al.), ed in tutta la Grecia
erano specialmente rinomati i vasi di Samo e di Corinto,
come li celebra Plinio, il quale pure accenna il tempo
in cui quest'arte venne introdotta in Italia (1).

Ma siccome Y argilla fu sempre adoperata come princi-
pale materia dagli uomini per tanti usi, è facile il com-
prendere , come ogni nazione l'avrà usata da se , senza
aver bisogno di apprenderla dagli altri. Quindi quanto
asserisce Plinio sul proposito si può intendere che questi
due insigni artisti migliorassero Y arte statuaria in pla-
stica, non però che una nazione avesse precisamente biso-
gno di apprendere 1' arte da un altra. In Roma fra i col-
legi cne Numa Pompilio instituì vi era quello dei Figuli, ed
a quanta celebrità salisse quest' arte, basta ricordare la
prodigiosa quantità dei lavori destinati non solo agi» usi

(i) Sappiamo da lui come Dibutadc di Sidone fu il primo che in Grecia professò
quest'arte, e che in Italia la introdussero Euchira ed Eugranimo due greci plasti-
catori, i quali passarono in Etruria colla Colonia del corintio Deniaralo nel
tempo del primo Tarquinio (PIini. XXXV". e2).
 
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