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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Spano, Giovanni: Antichità degli scavi di Tharros
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0087

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103 retro), dal quale si rileva quanto quella cittU sia stata
sfossata per cercarvi tesori, e quanto vandalismo non vi
avranno commesso peggiore degli anni scorsi (1). È una
quitanza di un banditore Sassarese per avere con ordine
del Vice Re rotto un bando in alcune ville d'Arborea per
non fare più scavi nella città di Tharros. Giova riportarlo
per intiero con alcune nostre annotazioni.

« Sit omnibus notum quod ego Nicolaus Gros preco pub-
blicus Curie Regie gubernaonis Capitis Logudori confiteor et
in ventate recognosco vobis magnifico Franco Ros locutenenti
procuratori (2) Regi Regni Sardinie quod solvistis et tradistis
mihi omnes illas X libras monete civitatis predicte mihi
debitas prò preconizatione a me facta de mandato magnifici
Vice Regj per quam preceptum fuit ne quis audcat neque pre-
sumat thesauros sive scosorgios (3) confodere seu monetas auri
argenti ereas seu jocalia (4) quaecunque esquirere intra di-
fi) V. Notizie suir antica Città di Tharros. Cagl. 1831. I Saraceni nelle diver-
se incursioni che fecero in Sardegna , e nel breve, sebbene non pacifico , loro
soggiorno, si occupavono a scavare le tombe antiche per estrarne 1' oro, e gli og-
getti preziosi. Le Cronache Sarde abbondano di notizie che le Città antiche
sieno piene di tesori., come quella di Cornus che, secondo le Storie di Giorgio
di Lacon e di Antonio Vescovo di Ploaghe, tiene seppellite grandi richezze, e
molti tesori (A.n. 2 pag. 12.) e quella di Tharros di cui tuttora è rimasto l1 e-
jimma Centum passus ab ara, et invenies divitem cum divitiis suis.

(2) Questo titolo Procuratore del Re in quei tempi corrispondeva all' In-
tendente Generale, ed oggi al Direttore del Demanio. I tesori erano proprietà
del Fisco fino agli anni scorsi in coi fu messa in vigore la legge comune.

(5) Scosorgiu, o Scusorgiu, voce merid. vale tesoro, dal Lat. exclusorium,
che equivale a cosa, scavata. V- il nostro Voc. Sardo Ital. ad Voc, e Ortogr.
Sarda Parte I. pag. 38.

(4) Jocalia, cioè giuocarelli, ma in questo senso s' intendono tutti gli oggetti
muliebri che si trovano nelle tombe di Tharros., come orecchini, anelli, monili ,
scarabei, amuleti di ogni genere, i quali tuttora in Sardegna chiamansi trastulli
come quelli che mettono ai bambini contro il cattivo occhio. E veramente jocalia
possono appellarsi a prima vista da uno che non ne sa il motivo perchè li porta-
tavano, o li mettevano nella tomba. Nella bassa latinità per jocalia s'intendevano
le gemme, gli anelli, le collane,, ed ogni specie di pietra preziosa (gioielleria),
le immagini d'oro, e tutti gli ornamenti preziosi della donna. Si appellavano
iocalia da jocus (giuoro) perchè arrecano piacere e dilettamento a quelle persone
che le possiedono e portano, le nugae muliebres di Plauto.
 
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