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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Martini, Pietro: Geografia antica, ogrille o agrille: Città greca
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0138

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distrutte, si fanno lunghe lamentazioni sulla caduta della
medesima città, e s'incomincia con queste parole => « Ube

est ips a famosa citate de ^grilla ki edam est Gorilla et
Osilla est petra est fumu •» — Indi si accenna che ve-
niva fondata dagli Ateniesi venuti insieme con Iolao —
intra plus et multa distante de ipsrt mare de Olbia prò
prohibitione de Iolao ki esseret bikina ki habit nomea de
Orlilo ipsu capa ipsorum - Finalmente vi si parla delle
monete ed iscrizioni greche facenti fede del governo di Atene
regina degli Agrillesi , soggiungendo che desse — sunt
ietatas Inter petras et ipsu flumen, ki prò ipsu horrore
et dolore non hat plus qquas, comodo ki plangit de ama-
ritudine exsikat ipsas lacrirnas (1).

Dietro questi monumenti veggiamo che nel secolo IX
quella citta veniva chiamata Agrille appunto come la de-
nominava Pausania: che TOrilio di cui parla il codice ri-
corda il Grillo mentovato dallo stesso Pausania : che la
città stessa era città mediterranea e molto distante da
quella d'Olbia: che sorgeva laddove ora esiste il villaggio

(i) Queste monete greche delle quali si parla in questa nota prendono schiari-
mento e conferma dall'ultra nota apposta dal Virde nel codice Gilliano (Della-
Marmora cit. mini. pag. 7t, e tav. IV. fig. 2 bis.) dove si dice d'essersi trovate
rnultas monelas in dieta Civilate Ogrilli cum figuris sfingis, Ercolis_, Iovis et avis
auriculale. Quest'ultima non può essere che l'antico tettradramma ateniese il quale
nel diritto ha la testa di Minerva e nel rovescio la civetta, avis auriculata ,
eccello consagrato dagli ateniesi a questa dea. La moneta è d'argento della se-
conda epoca (V. Mersan, Elementi di Numismatica, fig. 6). Sebbene ci siano rica-
pitate molte monete trovate nelle vicinanze di Osidda, pure non ci èpotuto an-
cora riuscire di vederne una greca. Nella scorsa settimana n'ebbimo dieci dalla
gentilezza dell1 A tv. Gio. Maria Carrpus che faceva ritorno dalla sua patria di
Pattada vicino alla citata Osidda, dove le aveva raccolte il di lui parente Sig.
Salvatore Campus Gajas in una sua vigna, ma tutte sono romane dell' alto e
basso impero. Tra le quali è rimarchevole averne trovato una consolare d'argenlo
della famiglia Memmia del genere che chiamano serate, e perchè da una parte
è smozzicata si vede chiaro che ha l'anima di rame cui è stata sovrapposta la
foglia d'argento. Da ciò incontrastabilmente s' inferisce che il dentellamento di
simili monete consolari non era un mezzo inventato dai monetali per impedire la
contraffazione delle medesime, ma era un tipo o carattere distintiyo della zecca
(Nota del Direttore).
 
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