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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Spano, Giovanni: Catacombe di Sant'Andrea Abriu presso Bonorva, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0176

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compone questa chiesa monolita di 16 spartimenti tra grandi
e piccoli come può rilevarsi dalla pianta che in piccolo
qui interponghiamo. Principia con una grande gradinata a
ventaglio A scolpita nella roccia , ed in qualche parte ora
guasta. Si entra per mezzo di una grande apertura quadrata
in un vestibolo semicircolare B, la di cui volta è appia-
nata , ed ornata di striscie e vene a raggj scolpite nella
stessa pietra (1) ; indi si entra per mezzo ds una gran porta
in un altro vestibolo più grande e quadrato C, la di cui
volta piana è sostenuta da due colonne monolite V della
stessa roccia. Ad ambi lati per mezzo di aperture si può
andare sino all' ultima camera X. Da questo secondo ve-
stibolo per mezzo di una porta fatta ad arco D si entra in
una sala grande bislunga : nel centro della volta piana pa-
rimenti avvi un' apertura quadrata a foggia di pozzo E, da
cui prende la luce tutto il sotterraneo , ed ai fianchi vi
sono altre due colonne della stessa rocca per sostenere la
vòlta. Da questa gran sala per mezzo di piccole aperture
si entra alle altre camerette che stanno di fronte ed ai
fianchi del descritto ipogeo (2).

Tralasciando il primo vestibolo C in cui nuli" altro oc-
corre da osservare che la vòlta o le pareti tutte stuccate



(1) Lo stesso disegno eli questo vestibolo abbiamo osservato in un colombario
romano in una collina calcarea vicina a Ploaghe , appellata Monte pertusuj ap-
punto perche forato attorno da molte tombe romane j altro simile monumento
di questo genere esiste vicino a Cuglieri nella spelonca de Nonna, descritta dal
Della Marmora pag. 167 , Tav. XVI. dell'1 atl. Queste tombe scavate nella dura
roccia hanno per V ordinario a pochi passi qualche Nuraghe , come si vede in
quelle di Ploaghe che ne hanno uno formato di massi vulcanici trasportati da lon-
tano , mentre la collina è pietra calcarea. Noi perciò pensiamo che prima fossero
rozze caverne comuni ai primitivi popoli , come si trova in Sicilia nella regione
Leontina dove i primi approdarono gli antichi Lestrigoni, e che poi i Romani
le abbiano ingrandite alla forma attuale, oltre poi di quelle che adattarono i Cri-
stiani ad usi sacri, atterrando i loculi ed accrescendole di qualche nuova cellula.

(2) Queste camerette alcune sono quadrate , ed altre semicircolari. L' ultima
che sta in fronte serviva come di abside a questa rozza, possiam dire, e primi-
tiva Basilica Cristiana.

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