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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 2.1856

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Spano, G.: Appendice
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https://doi.org/10.11588/diglit.10803#0194

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il zìsis non è altro che un1 acclamazione , o desiderio fatto
di cuore da colui che consagrava la memoria del defunto ,
o di colui al quale tanto bene desiderava , o che gli era
congiunto di. sincera amicizia. Questa tenera voce corri-
sponde all'altra XAIPE , ave, salve, come si vede in altri
marmi , non dissimili dalle altre lapidi cristiane greche
zeses , zìsis che corrispondono a quelle acclamazioni della
bassa latinità , in pace, in Deo, quiebit in pace , etc.
proprie dei Cristiani , e messe per accennare 1' eterna pace
che in seno a Dio godeva quel Cristiano , alludendo al
detto della Sapienza UH autem sunt in pace (1).

Molte di queste iscrizioni tanto greche che latine furono
scoperte nella catacomba della Basilica di S. Saturnino \
le quali non ci sono pervenute , ma sono registrate , se
diamo fede al Bonfant, nella sua opera Triumpho de los
Santos etc. Caller 4 635. E forse una di queste sarà stato
il presente cippo , non sapendo il modo come sarà stato
salvato (2). Dalla qual cosa molto avvi da credere che la
Metistria di cui si parla nel cippo sia stala più cristiana
che gentile. Il zìsis ispira un affetto cristiano , e meglio
di ogni altra voce esprime il segno dell1 amore e del ri-
spetto a quella buona vecchia Methistria per parte di quelli
che V onorarono di questa perpetua memoria. Laconica è
riscrizione, ed il dolore non poteva suggerirla in miglior
modo, attesa anche la ristrettezza della facciata del cippo.

(1) Nelle lapidi cristiane si aggiungeva in Beo , così presso il Boldelti FAV-
STINA DVLCIS BTBAS (vivai) IN DEO, oppure in CHRISTO (col mono-
gramma ), e JESV o Zesu : così presso il Muratori REGINA BIBAS IN DO-
MINO ZESV.

(2) Sebbene si trovino lapidi greche , pure non sono della più rimota antichità.,
dalla qual cosa sembra giusta V osservazione del Gen. Della Marmorei , che i
Greci poco abbiano commerciato colla Sardegna. Dalla forma delle lettere d'i
questo cippo si può argomentare che sia del tempo che passò dagli Antonini al
VI. secolo. Da questo in poi variò nei marmi T alfabeto greco (Y. Placent. Gr.
Paleogr. Roma 173S ).
 
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