LA FESTA DELLE ROSE 51
Si vuole che gli effeminati e corrotti cittadini
di Sibari, adoratori di Venere, giacessero su letti
di rose. Uno di loro, per nome Smindiride, ebbe
una volta a sopportare molto dolore per una pesta-
tura cagionatagli da una duplicata foglia di rosa,
su cui si era disteso. Nè i Romani mostrarono mi-
nor mollezza in tal genere di delicatezze ; perocché
sappiamo che Verre, propretore della Sicilia, era
solito farsi portare entro a una lettiga adagiato
sopra cuscini di rose, con corona di rose sul capo
e intorno al collo, e con una reticella piena di
rose sotto il naso, a fine di aspirarne continua-
mente la soave fragranza (Σ)· E sarà stata senza
dubbio una stravaganza affatto orientale, quella di
Cleopatra, di stendere un tappeto di rose, dell’al-
tezza di un braccio, nella sala ove in Cilicia con-
vitò Antonio. Del resto gli imperatori romani an-
che in questo imitarono le effeminate costumanze
dell’oriente (2). Di Lucio Elio Vero si racconta,
che dormisse in un letto tutto circondato di rose
e che a mensa sedesse su cuscini di rose. Nè meno
bizzarro è quello che Lampridio narra di Elaga-
balo, il quale, di origine sira, non solamente aveva
ordinato che nel suo palazzo fossero distese rose
a foggia di tappeto, sopra cui egli mollemente (*)
(*) Cicerone, In Verr., II, 27.
(2) Nerone tra tutti i fiori preferiva la rosa. Veggasi, a
si fatto proposito, ciò che Floro dice di Antioco il grande
(Ep. 2, 8, 9).
Si vuole che gli effeminati e corrotti cittadini
di Sibari, adoratori di Venere, giacessero su letti
di rose. Uno di loro, per nome Smindiride, ebbe
una volta a sopportare molto dolore per una pesta-
tura cagionatagli da una duplicata foglia di rosa,
su cui si era disteso. Nè i Romani mostrarono mi-
nor mollezza in tal genere di delicatezze ; perocché
sappiamo che Verre, propretore della Sicilia, era
solito farsi portare entro a una lettiga adagiato
sopra cuscini di rose, con corona di rose sul capo
e intorno al collo, e con una reticella piena di
rose sotto il naso, a fine di aspirarne continua-
mente la soave fragranza (Σ)· E sarà stata senza
dubbio una stravaganza affatto orientale, quella di
Cleopatra, di stendere un tappeto di rose, dell’al-
tezza di un braccio, nella sala ove in Cilicia con-
vitò Antonio. Del resto gli imperatori romani an-
che in questo imitarono le effeminate costumanze
dell’oriente (2). Di Lucio Elio Vero si racconta,
che dormisse in un letto tutto circondato di rose
e che a mensa sedesse su cuscini di rose. Nè meno
bizzarro è quello che Lampridio narra di Elaga-
balo, il quale, di origine sira, non solamente aveva
ordinato che nel suo palazzo fossero distese rose
a foggia di tappeto, sopra cui egli mollemente (*)
(*) Cicerone, In Verr., II, 27.
(2) Nerone tra tutti i fiori preferiva la rosa. Veggasi, a
si fatto proposito, ciò che Floro dice di Antioco il grande
(Ep. 2, 8, 9).