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DI UNA MANO VOTIVA IN BRONZO IO9
la lucertola, e principalmente il sacro e miste-
rioso serpe, d’ordinario le adornano.
Vi sono mani votive in bronzo, in argento
ed anche in creta; su di una di queste ultime,
trovata nelle vicinanze dell’antico tempio di Diana
a Nemi, le cicatrici o ferite impressevi, sufficien-
temente rivelano la ragione onde fu dedicata (r).
E sebbene il maggior numero di queste mani
sieno soprammodo cariche di figure, di simboli,
e di animali αποτρόπαιοι o profilattici, cioè ac-
conci a combattere il fascino o malocchio, come,
ad esempio, la tartaruga, la lucertola e princi-
palmente il serpe, pur nondimeno ve ne sono
alquante interamente prive di qualsiasi figura,
tranne quella del mistico e sacro rettile attor-
niante in più spire il polso e col capo arditamente
volto all’insù. E di questo numero é appunto la
mano in bronzo che mi ha mosso a scrivere in-
torno a tale argomento, la quale, all’opposto delle
altre che si sollevano diritte in sui loro piede-
stalli, é adagiata sopra di una base piatta e qua-
drangolare, siccome già fin da principio dichia-
rai. E feci altresi riflettere, come dai fori che si
veggono ai quattro lati della base, di leggieri s’in-
ferisca che dovette essere appesa in qualche par-
ticolar luogo, probabilmente nella cella di un
tempio; e come la leggiadra ritondezza della sua

(l) Tommasini, De donariis et tabellis, c. 2. Cf. Raoul-
Rochette, Peintures antiques inèd. p. 365.
 
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