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IL CULTO DELLE PIETRE

uomini, insensibilmente perdesse la sua lucentezza
e divenisse nera.
In Grecia, insino da antichissimo, si rendeva
un culto speciale ad alcune pietre rozze, tenute
per simboli divini, le quali in molti luoghi, anche
nelle età susseguenti, seguitarono ad esser segno
alla popolare superstizione. Tale era, a cagion di
esempio, la pietra informe che nel santuario di
Ercole a Hyettos, nella Beozia, reputavasi Imma-
gine di quel dio; tali le trenta pietre quadran-
golari disposte intorno al simulacro di Hermes a
Pharae, ad ognuna delle quali si dava il nome
di una divinità; tali finalmente le tre pietre ono-
rate nel tempio delle Chariti o Grazie ad Orco-
meno, che dicevansi cadute dal cielo ed a cui, ai
giorni di Pausania, furono sostituite vere statue
artisticamente condotte. Della quale superstiziosa
usanza, tacendo degli altri esempi, noi incon-
triamo tracce sino agli ultimi tempi della Grecia.
Per Ugual modo la consuetudine che si aveva,
imbattendosi per le campagne in are e simula-
cri di Mercurio, di gittarvi dinanzi mucchi di sassi,
dee senza fallo riferirsi ad un resto dell’antica
litholatria, a quell’età, cioè, in cui, come si è
detto più indietro, le imagini delle divinità ve-
nivano espresse mediante rozze ed informi pie-
tre. Al che certamente vuol alludere san Giro-
lamo nel tradurre un passo de’ Proverbi (’),

C) XXVI, 8.
 
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