IL CULTO DEGLI ALBERI 185
Serse I, giunto nelle vicinanze di Sardi nella
Lidia, si arrestasse appiè di un superbo platano
e vi sospendesse ricche clamidi, collane e brac-
cialetti d’oro, e alla custodia di tale oggetto
della sua devozione commettesse un guerriero
del corpo degli Immortali.
Tra i Galli ed i Germani parimente troviamo
in vigore il superstizioso culto de’ boschi e delle
foreste; e da Tacito (’) si ricava come quest’ul-
timi usassero trarre presagi dagli alberi nel se-
guente modo. Tagliavano una vermena di un
albero fruttifero in tanti pezzetti sui quali inci-
devano certi segni o caratteri; dopo che, spargen-
doli a caso sopra una veste bianca, se si trat-
tava di cosa pubblica, un sacerdote della città,
se di privata il padre della famiglia, fatto ora-
zione agl’ Iddìi con gli occhi alzati al cielo,
tirava in alto quei pezzetti tre volte ciascuno,
quindi secondo che venivano i caratteri giudicava.
Se poi dobbiam prestar fede a Roberto di Fulda,
nell’ottavo secolo dell’èra nostra i Germani ve-
neravano su di una collina, qual simbolo dell’al-
bero cosmogonico, un albero altissimo da loro
chiamato Irminsul, che secondo il mentovato cro-
nista significherebbe la colonna universale che so-
stiene tutte le cose-, laddove, secondo altri, e più
giustamente, vorrebbe dire, la colonna d’Irmin o
(r) Germania, X.
Serse I, giunto nelle vicinanze di Sardi nella
Lidia, si arrestasse appiè di un superbo platano
e vi sospendesse ricche clamidi, collane e brac-
cialetti d’oro, e alla custodia di tale oggetto
della sua devozione commettesse un guerriero
del corpo degli Immortali.
Tra i Galli ed i Germani parimente troviamo
in vigore il superstizioso culto de’ boschi e delle
foreste; e da Tacito (’) si ricava come quest’ul-
timi usassero trarre presagi dagli alberi nel se-
guente modo. Tagliavano una vermena di un
albero fruttifero in tanti pezzetti sui quali inci-
devano certi segni o caratteri; dopo che, spargen-
doli a caso sopra una veste bianca, se si trat-
tava di cosa pubblica, un sacerdote della città,
se di privata il padre della famiglia, fatto ora-
zione agl’ Iddìi con gli occhi alzati al cielo,
tirava in alto quei pezzetti tre volte ciascuno,
quindi secondo che venivano i caratteri giudicava.
Se poi dobbiam prestar fede a Roberto di Fulda,
nell’ottavo secolo dell’èra nostra i Germani ve-
neravano su di una collina, qual simbolo dell’al-
bero cosmogonico, un albero altissimo da loro
chiamato Irminsul, che secondo il mentovato cro-
nista significherebbe la colonna universale che so-
stiene tutte le cose-, laddove, secondo altri, e più
giustamente, vorrebbe dire, la colonna d’Irmin o
(r) Germania, X.