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I LUDI SECOLARI

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rant’anni, donde i quindecemviri ('), il cui ma-
gister l’anno 737 era Augusto, avevan calcolato
che il secolo fosse composto di centodieci anni.
Con che, del resto, pienamente concordava l’o¬
racolo sibillino conservatoci da Zosimo, al quale
oracolo pure quel collegio sacerdotale si era at-
tenuto nella sua decisione, e che interpretato dal
giureconsulto Ateio Capitone, apprendeva ai
Romani che il secolo conteneva non già cen-
t’anni, ma si centodieci. I quindecemviri avevan
inoltre fissato, ne’loro Commentari, le date delle
feste secolari anteriori, quali avrebbero dovuto
essere secondo le loro teorie, ma nulla ci auto-
rizza a crederle vere sotto l’aspetto storico.
Certo é che prima di Augusto non pare che
i Ludi Secolari sieno stati né molto popolari né
regolarmente festeggiati, che anzi, siccome più
indietro accennammo, essi erano andati presso-
ché in disuso, allorché quell’imperatore pensò
di reintegrarli, modificando peraltro il loro ori-
ginale carattere, per accomodarli al suo tempo
ed a’ suoi speciali disegni. Ricollegando in parte
l’antico col nuovo, una delle più notevoli in-
novazioni da lui introdotte fu senza dubbio la
fusione del culto delle divinità telluriche con
quello di Giove Capitolino e di Apollo Palatino.

(’) XV Sacris faciundis succeduti ai decemviri. Se ne trova
la prima volta menzione in Cicerone (Epist. ad fam. 8, 4, 1).
Perdurarono sino al quarto secolo.
 
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