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AI COLOMBARI DELLA VIGNA CODINI

gano offesi; vi é detto: rispetta i miei Mani e
così questi rispetteranno te. Imperocché credevano
gli antichi che i Mani, ossia le ombre de’ tra-
passati, ove non fossero rattenuti da particolari ri-
guardi e massime dalle Parentalia, funebri cerimo-
nie in loro onore, cercassero di nuocere e talvolta
anche di uccidere i superstiti parenti ed amici.
Un cippo terminale, recante le sole parole :
sociorum coronario(runP), con la limitazione del-
l’area sepolcrale, ci fa noto che i coronarii, co-
stituiti in funebre sodalizio, avevan quivi la
comune sepoltura. Erano questi, siccome palese-
mente lo dichiara la loro appellazione, fabbri-
canti e venditori di ghirlande, i quali per avven-
tura avranno avuto altresi l’incarico di adornare
di fiori e di corone gli edifici si pubblici e si
privati, in occasione di feste o solennità. Del
quale ufficio o mestiere non ci difettano esempi
non pur nella epigrafia, ove ne troviamo sovente
menzione, ma in parecchie opere d’arte, che ne
ritraggono coronarii e coronariae. A conferma di
che basti citare due piccoli dipinti di una stanza
sepolcrale di Roma, in uno de’ quali è figurato
un fanciullo che vende corone appese ad una
lunga pertica; nell’altro, un genio alato che,
seduto accanto ad una tavola, fa traffico di serti
e corone di fiori che pendono dall’alto (’). Molte
pitture pompeiane ci pongono sotto gli occhi (*)

(*) Santi Bartoli, Pici. Ani. XIV.
 
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