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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 2, Architettura greca: Monumenti — Rom, 1834-1841

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https://doi.org/10.11588/diglit.4999#0145
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ARCHITETTURA GRECA. PARTE II. M

CAPITOLO III.

LE TRE DIFFERENTI MANIERE DI ORNARE I TEMPJ CON COLONNE

L

e tre maniere di ornare i tempj con colonne erano la dorica, la jonica, e la corintia. Ora prima alcune cose
sulla loro origine riferiremo, e poscia di ciascuna in particolare designeremo tanto i precetti, che si rinvengono
scritti quanto le più comuni pratiche tenute dai Greci in generale nell'impiegarle.

Credeva Vitruvio che la prima tra le sovraindicate maniere ad essere inventata fosse stata la dorica, e
questa da Doro figlio di Elleno, re di tutta 1' Acaja e del Peloponneso. Tale ritrovato dicevasi essere accaduto
nell'occasione che questo principe volle edificare in Argo, antichissima città della Grecia, un tempio nel luogo
sacro a Giunone, il quale a caso era riuscito costrutto nel modo che comportava questa maniera. Aggiungeva
Vitruvio inoltre che molti altri tempj si erano fatti quindi nelle città dell'Acaja con la medesima maniera,
benché non si conoscessero ancora le sue vere e giuste proporzioni (l). Così con questa asserzione Vitruvio
avrebbe scoperto tra l'oscurità dei primitivi tempi la vera origine della maniera dorica, se veramente tali cose
avesse egli potuto sostenere con documenti incontrastabili. Supponendo però questo racconto verosimilmente
derivato dagli scritti dei Greci, presso ai quali siffatte notizie erano in qualche considerazione tenute, pare
che non si debba tanto disprezzare, quanto si è preteso di fare da varii scrittori, dopo che in miglior modo
si conoscono le grandiose fabbriche dell'Egitto, col pretendere di far derivare intieramente ogni cosa, che ri-
sguarda l'arte dell'edificare da quel paese, e nulla concedere all'invenzione dei Greci. È ora argomento
incontrastabile lo stabilire che i Greci non furono i primi ad innalzare edifizj con nobile architettura ; ed è
egualmente evidente che i Greci hanno profittato di molte cognizioni che derivarono dagli Egizj: ma che i Greci
poi non abbiano dato un carattere particolare alle cose loro, è pur argomento incontrastabile ed evidente; e si
comprova con tutte le opere loro. Questo tal qual carattere soltanto pare che si debba intendere aver Vitruvio
voluto indicare, dicendo che dai Dori fu inventata la maniera dorica; se questa poi aveva colonne, che reggeva-
no gli architravi, soffitti e cornici diverse, si rinvengono siffatte pratiche essere comuni non solo colla Egizia,
ma ancora con tutte le diverse specie di architettura. Le proporzioni, la forma, e gli ornamenti, che caratte-
rizzavano la maniera dorica, erano trattati in modo ben differente da quelli usati dagli Egiziani nel costruire
le loro grandi fabbriche. L'epoca precisa poi in cui fu fatto il ritrovamento della maniera dorica presso i Greci,
severamente accadde allorché regnava Doro nel!' Acaja e nel Peloponneso, o in tempi posteriori, resta ora
assai difficile a comprovarsi: ma se non si vuole attribuire questa invenzione ai tempi di Doro, come altrove
si è osservato , rimane più probabile il supporre essere ciò avvenuto, come suol essere in quasi tutte le cose,
poco per volta, combinando le cognizioni che poterono avere i Greci non solo dagli Egiziani, ma ancora dagli
altri diversi popoli dell'Asia, che gli stavano più vicini, con quelle che acquistarono nel paese stesso . Quindi
questa tal qual maniera si dovette in principio rozzamente sistemare coli'essere quei popoli stati costretti, per
la qualità del clima, a cuoprire primieramente con legni le loro primitive fabbriche; percui dopo forse solo ben
lunga pratica, e non a caso, come asseriva Vitruvio, si stabili la maniera dorica nel paese della Grecia (2).

(1 ) E columnarum enim formationibus trium generimi factete quod in Dorieon cmtatibus primum factum eo genere viderunt. In

sunt nominationes, dorica, jonica, corinthia. E quibus prima et ea aedem cimi voluissent culumnas collocare, non habentes sjm-

antiquitus dorica est nata-- nanique Achaja Pelopennesoque tota, metrias earum, et quaerentes quibus rationibus ejfcere possent,

Dorus Hellenis et Opticos Njmphae filius regnavit: isque Argis uti et ad onus ferendum essent idoneac, et in aspectu probatam

vetusta civitate Junonis templum aedificavit, ej'us generis fortuito haberent venustatemt dimensi sunt <virilis pedis vesligium, et cum

formae faniiin: deinde iisdem generibus in caeteris Acìiajae coitati- irwenissent pedem sextam partem esse altitudinis in /tornine, ita

bus, cum etiainnumnon esset sjmmetriarumrationota.(Fit.IF.cA) in columnam transtulerunt- et qua crassitudine fecerunt basim

(2) Ibique tempia Deorum immortalami constituentes, coepe- scapi, tantum eam sexies cum capitulo in altititdinem extulerunt:

runt fana aedijicare-. et prtmum Jpollini Pan ionio aedem, uti W« ita Dorica columna virilis cor por is proportionem, et fìrmitatem,

deraut in Achaja, constituerunt, et eam Doricam appellaverunt, et venustatem in aedijiciispraestare coepit. ^ilrw.Lib.If^c. 1.)
 
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