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Cartari, Vincenzo; Malfatti, Cesare [Bearb.]; Deuchino, Evangelista [Bearb.]
Le Imagini De gli Dei de gli Antichi Del Signor Vincenzo Cartari Reggiano: Nelle quali sono descritte la Religione de gli Antichi, li Idoli, riti, & Ceremonie loro, Con l'aggiunta di molte principali Imagini, che nell'altre mancauano, Et con l'espositione in epilogo di ciascheduna, & suo significato — In Venetia: Apresso Euangelista Deuchino, 1624

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https://doi.org/10.11588/diglit.65991#0040
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4. ( Imagini de i Dei
Xenofó’.e. 'lt°l sifacc'1, & Senosonte imitatore di Socrate disse > che ben si cono-
sava DIO ess'er grande, e potente,poi che moueua tutto, e Slava egli
sempre immobile ; ma non si poteva però fapere di che affetto sosse, nè
Xenofane. qUal saccia egli hauesse. Et à queSìo proposto Xenosane bessandofì del-
la vanità de gli huomini, che adoravano le Statue satte da Fidia, da
Dolicleto, & da altri feritori, diceva ; che fe ì cavalli, i buoi, e gli ele-
santi hauessèro hauuto le mani, & le hauessero sspitte adoperare , ha-
urebbono anch essi fatti i ‘Dei informa di elesanti, di bue 3 e di cavallo,
come gli hanno fattigli huomini di sorma hurnana . Et il medesima
Cicerone. moflra Cicerone con alcune ragioni , ove difatando della natura de i
Giudei. __ Dei sà parlare Cotta contrala opinione de gli Epicurei. j Giudei > eh e
hebb^ro° tra antichi seguitarono la ver a Religione adorarono vn fola D1O,&
iìmnlacri tisguardauano, non nelle flatue, ò nelle imagini con g ’i occhi del
corposa nella divinitàsua col lume della mente, quanto ptrò l'humana
natura lo comporta . Et corneriserifee Cornelio Tacito, riputarono em-
T °cito^° i quali fingevano la imagine di DIO, & la sorma-
uanoin diuerfe materie alla simiglian^a de'corpi humani;& perciò ne
tempii loro non haueuano satue,nè simulacro alcuno . Onde^perche He-
rode sé di Gierosolìma haueua già satto mettere fopra la porta mag-
giore del tempio vna grande aquila a oro fi Iettarono alcuni giovani,co-
me a surore di populo, hauendo intefo, ch’egli Flava per morire, & la
Gioseffo. sse’^arono,&gittarono à terra,come recita Qiofessfa perche dicevano,
che era centra le leggi della religione, & degli antichi loro, & che non
bisognaua affettare altra occasione di vendicare Thonore di DIO. cMa
lafeontareno male i miseri, perche Herode hebbe tanto di vita anchora,
Snida. che gli sece pigliare,& abbruciare vivi. Snida riserisee, che hauendo
già ^Filatoportato in giudea alcuni Stendardi conia imagine diTibe-
r io,surono quelle genti tutte turbate, come ch'egli bauesie rottogli ordi-
ni loro antichi, ch’eranodi non bavere imagine alcuna nella città. si
medesimo secero etiandio de gli altri,di non volere simulacro alcuno, co-
me Trimegifio, ilquale diceva, che mosiraua di non credere, che i Dei
sossero in Cielo chi voleva vedersene le Flatue dinanzi dagli occhi, ò di
non si sidare, che i voti fusi, CS i fuoipreghi potessero arrivare sin colà
su)& che per quesio furono satti i simulacri, Cfi chiamati Dei. Leggesi
licurgo. di Licurgo, ch'ei non voleuafae ad huomo,nè ad alcuno altro animale si
lattando, potessero asfimighare i Dei,& che perciò non se ne douessesare fatua,nè
simulacro. Lattantio serine,che surono già da principio adorati gli ele-
menti da quelli di Egitto sen^a sarne alcuna imagine. Et E^uma fe-
condo
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