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Cartari, Vincenzo; Malfatti, Cesare [Bearb.]; Deuchino, Evangelista [Bearb.]
Le Imagini De gli Dei de gli Antichi Del Signor Vincenzo Cartari Reggiano: Nelle quali sono descritte la Religione de gli Antichi, li Idoli, riti, & Ceremonie loro, Con l'aggiunta di molte principali Imagini, che nell'altre mancauano, Et con l'espositione in epilogo di ciascheduna, & suo significato — In Venetia: Apresso Euangelista Deuchino, 1624

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https://doi.org/10.11588/diglit.65991#0417
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De gli Antichi. 3 79
Trouo Cupido alle. volt?a%chora satto in altra guisa , che con l’arco y
come è appressj di ’CPaufauia, il qualefsrinendo di Corinto dice, che qui*
uifiopra il tempio di Esculapio in certa cappelletto, tonda di bianco mar*
mo era Cupido, satto da Tausia dipintore ,’che haueuagettato l’arco 2 &
le saette s & tcneuavna lira in mano . Et il medefìmo ragionando del*
l’^ichaia dice , che in Egira Città di quel paefe era certo piccolo tempio,
oue ei vide Cupidofare à lato alla fortuna, volendo mostrare, cbe que- Cupido
Sla anchora nelle cose d'amore può assai : bench'egli da sè tanto possay con la For
cbe vince tutte le piu o/linate voglie ,spegga ogni indurato cuore, egli cuna.
animi piu fuperbi, e piu seroci sà diuentare burniti, & mansueti in mo-
dolche volontieri poi porgono le mani à gli amoro si lacci. E que/lo sor-
sè volle moslrare ^ffsrchesilao laudato perciò da Varrone assai , come
serine Tlinio,bencbe dicono alcuni, cbe lo laudò non per questo , ma per
la bella arte, e per lo gran giudicio, cb’ei moftrò nella scultura, quando
di vn soto pegsgo di marmo sece vna Leonga, con la quale sebergauano
i pargoletti fftmoriffj di loro alcuni la teneuano legata, alcuni le porge-
vano vn corno, & voleuano, ch'ella vi beesse dentro , e la sforgauano a
sarlo > & alcuni altri moftrauano di volerla calciare. Tra tutti gli ani*
mali il Lione è serocifiimo , ma dicono poi , cbe la Leonga è di più seroce
animo ancora, e più crudele assai, & perciò quesla sece ^4 rchesilao per
esprimere meglio la sorga de gli assetti amorosi „ Li quali surono molto
bene anebomo sirati da’Toeti , quando sinsero cMarte Sìarfenesollag*
gando in braccio à Venere , la imagine della quale insieme con quella
delle sjratie, e delle bore, cbe andavano con cosiei sempre , aggiunge-
rò à quesla di Cupido, acciocbe non sia il siglio senga la madre , & bab-
bia la madre così tra quesse mìe imagini che l'accompagni, come hebbe
appresso de gli antichi. adunque perche tanto può dimore , su detto
vincere tutto, come che nullo altro à lui sia pare disorga, e sinsero perciò
le savole, eh'ei vincefìegìà pur’anche il Dio Tan, che l'haueuaprovoca*
toprima, ilcbe tirato allecose naturali,signisica>chelanaturavniver- „ .,
sole sacitrice di tutto mostrata per lo ‘Dio Tan , quando cominciò da vincitore
principio ad operare, cominciò parimente à dilettar/} di quelle cofe, cbe di Pan.
saceva, efeguitandopoi quasi inuaghita di quelle, hà cercatofempre, e
tuttauia cerca di adornarle più, ch’ella può. Ter la dilettatione dunque,
che prende la Lsatura delle cose da sè satte,venne come à prouocare \^T*
moresil quale potè tanto più di lei, che fe la sece (aggetta in modo,ch’ella
sà sidamente quanto piace à lui. Da che rafie la concordia de gli Ele-
menti trà loro diuersi allageneratione delle cose. E le anime, come vo-
gliono i Platonici,seendonoparimente per more di Cielo quà giù ne’cor-
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