VII
PREFAZIONE
DEL SIGNOR
/
DOTTOR ANTONIO COCCHI. (^)
Il gradimento che sogliono incontrare le
notizie de' Professori del Disegno appresso
coloro, che le belle arti amano e coltiva-
no, dei quali in questo erudito secolo è
grande il numero , mi fa credere che lau-
devole possa parere ornai l'impresa già per
un secolo e mezzo negletta, di pubblicar
colle stampe la Vita di un sì eccellente
artefice, qual fu Benvenuto Celiini, uno
de' migliori allievi dell' insigne Scuola Fio-
rentina : e tanto più di ciò mi lusingo ,
quanto meno trovo parlato di lui nell' i-
storie finora pubblicale, per altro con mol-
ta diligenza scritte e raccolte su tale argo-
(*) Questa prefazione posta in fronte alla prima edi-
zione della Vita del Cellini e quindi ristampata nel secon-
do tomo dei Discorsi Toscani del Cocchi , non merita,
per quanto mi pare, la sanguinosa censura, che ne fece
il Baretti al Num. voi. della sua Frusta Letteraria (Vedi
più abbasso a pag- XIV.), massimamente se si riflette,
che lo stile di una prefazione non può ammettere quella
vivacità ed evidenza, che il Baretti avrebbe desideralo.
PREFAZIONE
DEL SIGNOR
/
DOTTOR ANTONIO COCCHI. (^)
Il gradimento che sogliono incontrare le
notizie de' Professori del Disegno appresso
coloro, che le belle arti amano e coltiva-
no, dei quali in questo erudito secolo è
grande il numero , mi fa credere che lau-
devole possa parere ornai l'impresa già per
un secolo e mezzo negletta, di pubblicar
colle stampe la Vita di un sì eccellente
artefice, qual fu Benvenuto Celiini, uno
de' migliori allievi dell' insigne Scuola Fio-
rentina : e tanto più di ciò mi lusingo ,
quanto meno trovo parlato di lui nell' i-
storie finora pubblicale, per altro con mol-
ta diligenza scritte e raccolte su tale argo-
(*) Questa prefazione posta in fronte alla prima edi-
zione della Vita del Cellini e quindi ristampata nel secon-
do tomo dei Discorsi Toscani del Cocchi , non merita,
per quanto mi pare, la sanguinosa censura, che ne fece
il Baretti al Num. voi. della sua Frusta Letteraria (Vedi
più abbasso a pag- XIV.), massimamente se si riflette,
che lo stile di una prefazione non può ammettere quella
vivacità ed evidenza, che il Baretti avrebbe desideralo.