256 VITA DI BENVENUTO
dissi: andiamo in casa di Albertaccio del
Bene, che poco innanzi gli avevo detto ,
che presto verrebbe il tempo ch'io avrei
avuto bisogno di lui. Giunti che noi fum-
mo a casa Albertaccio, le carezze furono
inestimabili, e presto comparse la Nobiltà
de' giovani di Banchi d' ogni nazione, da'
Milanesi in fuora ; e tutti mi offersono di
metter la vita loro per salvazione della vita
mia. Ancora Messer Luigi Rucellai mi man-
dò a offerire maravigliosamente , ch'io mi
servissi delle cose sua, e molti altri di quegli
omaccióni simili a lui ; perchè tutti d'ac-
cordo mi benedissono le mani, parendo loro,
eh'ei m'avesse troppo assassinato, e mara-
vigliandosi molto, eh' io avessi tanto sop-
portato.
In questo istante il Cardinal Cornare (i)
saputa la cosa, da per sé mandò trenta sol-
dati, con tanti partigianoni, picche e ar-
chibusi , i quali mi menassimo in camera
(i) Questi è Francesco Cornaro, fratello del Card.
Marco , di cui vedi retro a pag. y3, e che quindi non
fu il primo Cardinale di sua famiglia come falsamente
asseriscono il Ciacconio, l'Ughelli e il Morosini . Egli
fu da prima soldato, ed avendo visitata Gerusalemme
v'ebbe de' cattivi incontri cogli Infedeli . Ritornato a
Venezia fu per pubblica missione in Ispagna, in Ger-
mania e nel Belgio. Finalmente nel 1528. fu dichiarato
Cardinale e chiamatò a Roma da Clemente VII, mentre
egli era in età di 5o. anni e non ancora ecclesiastico.
Fatto Vescovo di Brescia nel i53i. dopo un anno ce-
dette quella chiesa ad Andreà suo nipote, che ebbe an-
ch' esso il cappello nel 1544. Morì in Viterbo nel 1 543^
dissi: andiamo in casa di Albertaccio del
Bene, che poco innanzi gli avevo detto ,
che presto verrebbe il tempo ch'io avrei
avuto bisogno di lui. Giunti che noi fum-
mo a casa Albertaccio, le carezze furono
inestimabili, e presto comparse la Nobiltà
de' giovani di Banchi d' ogni nazione, da'
Milanesi in fuora ; e tutti mi offersono di
metter la vita loro per salvazione della vita
mia. Ancora Messer Luigi Rucellai mi man-
dò a offerire maravigliosamente , ch'io mi
servissi delle cose sua, e molti altri di quegli
omaccióni simili a lui ; perchè tutti d'ac-
cordo mi benedissono le mani, parendo loro,
eh'ei m'avesse troppo assassinato, e mara-
vigliandosi molto, eh' io avessi tanto sop-
portato.
In questo istante il Cardinal Cornare (i)
saputa la cosa, da per sé mandò trenta sol-
dati, con tanti partigianoni, picche e ar-
chibusi , i quali mi menassimo in camera
(i) Questi è Francesco Cornaro, fratello del Card.
Marco , di cui vedi retro a pag. y3, e che quindi non
fu il primo Cardinale di sua famiglia come falsamente
asseriscono il Ciacconio, l'Ughelli e il Morosini . Egli
fu da prima soldato, ed avendo visitata Gerusalemme
v'ebbe de' cattivi incontri cogli Infedeli . Ritornato a
Venezia fu per pubblica missione in Ispagna, in Ger-
mania e nel Belgio. Finalmente nel 1528. fu dichiarato
Cardinale e chiamatò a Roma da Clemente VII, mentre
egli era in età di 5o. anni e non ancora ecclesiastico.
Fatto Vescovo di Brescia nel i53i. dopo un anno ce-
dette quella chiesa ad Andreà suo nipote, che ebbe an-
ch' esso il cappello nel 1544. Morì in Viterbo nel 1 543^