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detto Conversici pistojese , che fu poi Ve-
scovo di Jesi (i) ; l'altro si era il Procura-
ter fiscale, che del nome suo non mi ri-
cordo (2); l'altro , ch'era il terzo, si era il
Giudice de' Maleiizj, quale si domandava
Messer Benedetto da Galli (3). Questi tre
uomini mi cominciarono a esaminare prima
con amorevoli parole , dappoi con asprissi-
me e spaventose parole, causate perchè io
dissi loro: Signori mia, egli e più d' una
mezz' ora , che voi non restate di doman-
darmi di favole e di cose, che veramente
si può dire, che voi cicalate o che voi
favellate in modo di dir cicalate , che non
ha tuono, o favellare che non vuol dir
nulla ; sicché io vi prego, che voi mi di-,
ciate quello che voi volete da me, e che io
senta uscir dalle vostre bocche ragionamen-
ti, e non favole e cicalerie. A queste mie
parole il Governatore, eh' era pistoiese e
non poteva palliare più la sua arrovellata
natura , mi disse : tu parli molto sicura-
mente, anzi troppo altiero; di modo che
codesta tua alterigia io te la farò diventare
più umile che un canino a' ragionamenti
che tu m'udirai dirti, i quali non saranno

(1) Il Conversini fu fatto Vescovo di Forlimpopoli
nell' Ottobre del 1537., e nel 1540. ebbe il Vescovado
di Jesi. Fu stimato uomo dabbene e dotto nella giuris-
prudenza. Morì nel <553.
(2) Era Benedetto Valenti di cui V. a pag. 2(6.
(3) Forse dee leggersi Benedetto da Cagli, persona
nominata in appresso.
Beiw. Celimi I, 24