86 CELLINI
dicemmo, e dipoi che sarà freddo , abbiasi
1' argento o altro metallo bene strutto, e
cosi si getti nelle dette forme; essendoché
l'opera vien meglio nelle forme fredde, che
nelle calde, il che si trae dall'esperienza.
Da questo modo osservato da Lautizio ve
n'è un altro molto diverso; imperò per far
più copioso questo Trattato, e per esser egli
ancora molto buono in cose diverse di que-
ste , di cui parliamo, e che nell'arte occor-
rono; perciò lo porremo a benefizio mag-
giore del lettore. Facciasi in prima sopra la
cera , cioè sopra la storietta del suggello ,
un getto di gesso finissimo nel modo , che
di sopra s' è detto; dipoi si piglierà del me-
desimo gesso in disparte e del midollo di
corno di castrato , che sia ben arso e sia
per la terza parte del gesso, e 1' uno e l'al-
tro si dee benissimo macinare; indi si tolga
tripolo per la quarta parte di dette compo-
sizioni e altrettanto di pomice, e ogni cosa
insieme medesimamente sia ben macinata ;
e come ciò si sarà conseguito, vi si debbo
aggiugnere tant' accorra, quanta comporta la
quantità della materia , facendola diventare
in guisa d'un savore, che non sia nè troppo
sodo nè troppo liquido. Abbiasi poi un pen-
nelletto di vajo, e con esso si unga con olio
d' uliva il gesso, col quale si è formata la
detta cera; e come benissimo sarà unto, trat-
tengasi 1' artefice tanto clie si sia rasciutto ;
perciocché la natura del gesso è di succiarsi
il dett' olio. Essendo da per se rasciutto, in
guisa che sia soppasso ( perciocché non vuol
essere troppo risecco nè poco ) se gli debbe
dicemmo, e dipoi che sarà freddo , abbiasi
1' argento o altro metallo bene strutto, e
cosi si getti nelle dette forme; essendoché
l'opera vien meglio nelle forme fredde, che
nelle calde, il che si trae dall'esperienza.
Da questo modo osservato da Lautizio ve
n'è un altro molto diverso; imperò per far
più copioso questo Trattato, e per esser egli
ancora molto buono in cose diverse di que-
ste , di cui parliamo, e che nell'arte occor-
rono; perciò lo porremo a benefizio mag-
giore del lettore. Facciasi in prima sopra la
cera , cioè sopra la storietta del suggello ,
un getto di gesso finissimo nel modo , che
di sopra s' è detto; dipoi si piglierà del me-
desimo gesso in disparte e del midollo di
corno di castrato , che sia ben arso e sia
per la terza parte del gesso, e 1' uno e l'al-
tro si dee benissimo macinare; indi si tolga
tripolo per la quarta parte di dette compo-
sizioni e altrettanto di pomice, e ogni cosa
insieme medesimamente sia ben macinata ;
e come ciò si sarà conseguito, vi si debbo
aggiugnere tant' accorra, quanta comporta la
quantità della materia , facendola diventare
in guisa d'un savore, che non sia nè troppo
sodo nè troppo liquido. Abbiasi poi un pen-
nelletto di vajo, e con esso si unga con olio
d' uliva il gesso, col quale si è formata la
detta cera; e come benissimo sarà unto, trat-
tengasi 1' artefice tanto clie si sia rasciutto ;
perciocché la natura del gesso è di succiarsi
il dett' olio. Essendo da per se rasciutto, in
guisa che sia soppasso ( perciocché non vuol
essere troppo risecco nè poco ) se gli debbe