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Cellini, Benvenuto
Opere di Benvenuto Cellini (Band 3): Due trattati di Benevenuto Cellini ... uno dell'oreficeria l'altro della scultura — Milano: Dalla Societá Tipografica de Classici Italiani contr. del Cappuccio, 1811

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.71582#0154
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88 CELLINI
di quel composto ) fare , come dianzi inse-
gnammo; perche , non essendo venuto alla
prima, potrà essere, che alla seconda venga
senza difetto. Ora avvertisca il prudente ore-
fice a quello, che io son per aire. Facciasi
una forma di cera, della grandezza appunto,
che ha da essere il suggello, e della forma
già detta ; e questa si faccia vota e mettasi
sopra la storia del suggello , avvertendo di
darle quella grossezza, che debbe restare
dopo che il suggello d'argento sarà gettato.
Ciò fatto , pongansi le spalle di terra d' in-
torno a detta cera , come dianzi dicemmo,
avvertendo, che quella lunghezza della boc-
ca vi rimanga tanto lunga, quanto la discre-
zione dimostra : ben è vero, che quanto la
detta bocca sarà più lunga, meglio verrà
l'opera. Infinite minuzie sopra di ciò si po-
trebbe dire, le quali giudichiamo superflue,
perciocché presupponghiamo di parlare con
uomini, che al tutto non sieno inesperti di
dett' arte , e perciò fieno da noi tralasciate.
Ben diciamo, che si debbe avvertire nelle
dette forme di far la bocca di cera e ap-
piccarla alla mandorla del suggello; e me-
desimamente si lasceranno gli sfiatatoi, i qua-
li s' appiccheranno di sotto, facendo si che
dieno la volta intorno al suggello e arrivino
di sopra alla bocca ; imperò non s'accozze-
ranno colla bocca , acciò possano benissimo
sfiatare e fare l'ufizio loro. Come si abbia
ridotto al termine detto la forma , leghisi
col filo di ferro e di rame ben ricotto, dipoi
si lasci stare al Sole o in luogo dov' ella
abbia caldo, tanto che ella si vegga esser
 
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