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OREFICERIA. fig
stra e pulitala dalle bave e scantonatala al-
quanto, la radei da tutte due le bande nel
modo , che di sopra dicemmo : e perchè le
piastre, che si gettano, sono alquanto lun-
ghe per un verso più che per L altro, per
via del martello cosi la ridussi tonda. Fatta
la piastra infocata e rossa ( ma non troppo,
perciocché si spezzerebbe ) messala sopra
lancudine, colla penna del martello si deb-
bo batterla da un angolo all' altro gagliar-
damente e fare eh' eli' entri bene; e cosi
percotendola da tutti e quattro i cantoni ,
nel modo detto si debbe fare fintantoché si
venga a riscontrare in croce la battitura ;
dipoi pur colla penna del martello si tiri
inverso le facce : cosi percotendola nel detto
modo, e scaldandola e battendola quattro
volte, diventerà tonda. Ridotta in'tal guisa,
si debbe aver la misura di quanto ha da
esser largo il corpo del vaso; e ciò visto ,
tirisi tre dita di più che non è la detta
grandezza , avvertendo sempre di lasciar la
detta piastra più grossa nel mezzo, che sia
possibile; ma innanzi che s'arrivi alla detta
grandezza percotendola, si debbe pigliare
un ferro grosso un dito e lungo sei ( que-
sto vuol esser bolso e appuntato, ma non
si che egli sia pungente ) e il detto si met-
te dritto col piede insull' ancudine, dipoi vi
si congegna sopra la piastra , fintantoché si
tenga dritta, cioè pari, bilicandola in sul
detto punto ; e quando ciò si vegga essere
in pronto, commettasi a un pratico garzone,
che la percuota colla bocca del martello a
diritto di quel punto , tantoché venga se-
 
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