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Cellini, Benvenuto
Opere di Benvenuto Cellini (Band 3): Due trattati di Benevenuto Cellini ... uno dell'oreficeria l'altro della scultura — Milano: Dalla Societá Tipografica de Classici Italiani contr. del Cappuccio, 1811

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https://doi.org/10.11588/diglit.71582#0188
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122 CELLINI
animali , secondochè si vuoi ornare; indi
ridisegnar tutto colla penna e coll' inchiostro
con tutta quella nettezza e pratica, che nel
disegnare si ricerca, poi co' ceselli: quali ( se
prima di essi non avesse appieno dato no-
tizia ) sono ferri di lunghezza di un dito
e di grossezza di una penna d'oca, e vanno
crescendo per due grossezze di penne; i qua-
li ferri sono acconci in diverse maniere ,
perchè alcuni ve ne sono fatti come la let-
tera C, cominciando da un c piccolo e an-
dando crescendo a un C grande ; alcuni
sono più volti, alcuni meno volti, tantoché
egli si viene a quelli, che sono diritti ap-
punto; e questi si debbono fare di tal gran-
dezza, sicché cominciando a diminuire, ven-
gano tanto grandi quanto è l'ugna del dito
grosso d' un uomo, le quali diminuzioni
hanno a essere da una infino a sei. I detti
ceselli adunque si debbono porre sopra il
lavoro, e questi percuotere con un martel-
letto di peso di tre o quattro once , destra-
mente, e cosi venir profilando con essi tutto
quello, che di già si è disegnato. Piglisi poi
il detto vaso e circondisi con lento fuoco;
che cosi facendo sene caverà la pece , che
v'è dentro; e cavata eh ' ella ne sia, si debbe
ricuocere , facendolo bianco col bollirlo nel-
la gruma di botte e nel sale, pigliando tan-
to dell' uno quanto dell' altro, come già si
disse. Come ciò sia fatto, abbiansi certi ferri,
fatti in foggia d'ancudini, colle corna lun-
ghe, i quali sono detti caccianfuori e si
fanno di ferro puro, più lunghi e più corti
secondo il bisogno. Queste caccianfuori si
 
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