OREFICERIA. 125
dito. Fatto questo, armasi 1' opera con fili
di ferro d' ogni intorno , e sopra i detti fili
si debbe mettere della medesima terra, che
abbiamo detto, e non s' imponga grossa
come 1' altra; e ciò si fa, perché tenga me-
glio quella mano di terra, che s'é data di
sotto. Accostisi poi al fuoco, e tenendo la
bocca della cera all' ingiù verso una cati-
nelletta, dandogli il caldo temperato, a poco
a poco si scolerà la detta cera; proccurando
però, che il caldo non sia troppo, perché
farebbe ribollire la cera dentro nella forma,
e per tal effetto si verrebbe a guastare la forma.
Cavata che si sarà la cera, la forma per se stessa
si verrà a spiccare dal vaso ; cosi si lascerà
rasciugar bene dalla cera, e dipoi colla me-
desima si chiuderà bene quella parte , che
era appiccata al vaso: e ciò fatto, e rilegato
in alcuni luoghi col filo di ferro sottile,
dandogli di nuovo un poco del detto loto,
tanto che ’l fil di ferro non resti scoperto ,
si ponga a cuocere con carboni in un for-
nelletto ristretto, di mattoni, accendendo i detti
carboni nel medesimo tempo, che vi sia
posta la forma, facendo si, ch' ella sia ben
cotta; essendoché a questa sorta di terra se
le può dare tutto il fuoco a un tratto, la
qual cosa non si può fare all' altre terre, che
non sieno, come questa, mescolate e composte.
Poiché la forma sarà ben cotta , abbiasi
1' argento , e mentreché egli si fonde , pon-
gasi la forma dentro a una pentola capace
a riceverla largamente , empiendo il vacuo
di rena non molle , ma alquanto umidetta.
dito. Fatto questo, armasi 1' opera con fili
di ferro d' ogni intorno , e sopra i detti fili
si debbe mettere della medesima terra, che
abbiamo detto, e non s' imponga grossa
come 1' altra; e ciò si fa, perché tenga me-
glio quella mano di terra, che s'é data di
sotto. Accostisi poi al fuoco, e tenendo la
bocca della cera all' ingiù verso una cati-
nelletta, dandogli il caldo temperato, a poco
a poco si scolerà la detta cera; proccurando
però, che il caldo non sia troppo, perché
farebbe ribollire la cera dentro nella forma,
e per tal effetto si verrebbe a guastare la forma.
Cavata che si sarà la cera, la forma per se stessa
si verrà a spiccare dal vaso ; cosi si lascerà
rasciugar bene dalla cera, e dipoi colla me-
desima si chiuderà bene quella parte , che
era appiccata al vaso: e ciò fatto, e rilegato
in alcuni luoghi col filo di ferro sottile,
dandogli di nuovo un poco del detto loto,
tanto che ’l fil di ferro non resti scoperto ,
si ponga a cuocere con carboni in un for-
nelletto ristretto, di mattoni, accendendo i detti
carboni nel medesimo tempo, che vi sia
posta la forma, facendo si, ch' ella sia ben
cotta; essendoché a questa sorta di terra se
le può dare tutto il fuoco a un tratto, la
qual cosa non si può fare all' altre terre, che
non sieno, come questa, mescolate e composte.
Poiché la forma sarà ben cotta , abbiasi
1' argento , e mentreché egli si fonde , pon-
gasi la forma dentro a una pentola capace
a riceverla largamente , empiendo il vacuo
di rena non molle , ma alquanto umidetta.