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144 , CELLINI
ch' egli sia di colore, e mettasi sopra il fuo-
co, e quando il lavoro fummica più forte ,
allora si getti nell' acqua chiara; ma avver-
tiscasi di non lo lasciare sfummare affatto ,
perciocché mangerebbe 1' oro e non piglie-
rebbe.
CAPITOLO XVII.
Per fare un colore per le dorature, che
sieno abbondantemente cariche d'oro, e
per far cera per dorare.
Rischiarata che si sarà l'opera, come
eli sopra §'é detto, dorisi, e dipoi destra-
mente si rasciughi; nè sarà difetto non la
rasciugando in tutto, basta, che resti solo
senz' argento vivo. Debbesi poi di nuovo
rischiarare; e rischiarata che sia, scaldisi
sopra fuoco di brace, tanto che vi si disten-
da sopra una cera con comodo caldo, che
qui di sotto sarà notata, e s'insegnerà il modo
di farla. Come si sia distesa la detta cera,
lascisi freddare l'opera, dipoi rimettasi sopra
il fuoco, tanto che arda la cera; avvertendo,
che la dett'opera non diventi rossa, ma solo
si consumi la cera, come s'è detto. Ciò
fatto , piglisi 1' opera cosi calda e spengasi
in gruma di botte e acqua, che fra gli ore-
fici si dimanda grumata; e quando sia spen-
ta, lascisi stare per breve spazio, indi si
spanni con una setola nell'acqua fresca, ed
 
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