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ÌyO CELLINT
quelle diligenze , che si debbe usare intor-
no al cavo di gesso. Cavato poi che si sarà
detto cavo , avendo rinetto la cera della
statua , come s' è detto, e preparati mede-
simamente i suoi sfiatatoi , si può nel me-
desimo modo e colla medesima composizio-
ne del gesso far la spoglia sopra la cera ,
che sia di due dita e mezzo di grossezza.
Inoltre si debbe armare colle medesime li-
stre di ferro, larghe due dita; e come sia
armata , cooptasi di nuovo dett' armatura
col gesso. Indi ristringasi in un fornello fat-
to tutto di mattoni, e accomodato in guisa
che, dandogli fuoco, se ne possa trarre la ce-
ra , facendo una buca in terra da porvi un
calderone per ricevere la detta cera, la qua-
le si debbe trarre per li sfiatatoi; e come
se ne sarà tratta , allora si darà alla forma
un buon fuoco di legne e carboni , tanto-
ché la tonaca della statua si vegga ben cot-
ta ; ma si debbe sapere , che il gesso si
contenta della metà manco fuoco , che non
fa la terra. Ben é da avvertire , che nelle
parti della Toscana il gesso non é cosi a
proposito a far simili opere, come é in Man-
tova , in Milano e in Francia; che in tali
regioni è eccellentissimo. E per tale imper-
fezione in dette parti di Toscana ha ingan-
nato di valenti artefici , che non sapevano
la differenza di questi gessi ; perciocché più
d'una volta, adoperandolo, non poterono
condurre le loro opere a desiderato fine,
non sapendo che se ne fosse causa ; perciò
il valente artefice debbe avere perfetta no-
tizia delle terre e de' gessi e similmente di
 
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