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SCULTURA. 211
e Maturino, grandissimi disegnatori, i quali
nel Pontificato di Leone , d'Adriano e di
Clemente, feciono infinite opere in detta
maniera di chiaro scuro, poco curando d'at-
tendere a dipignere con colori. Ma tornan-
do al modo di disegnare, e dimostrare quan-
to m' é occorso d' osservare negli scorci, dico,
che più artefici spesso ci ritrovammo a stu-
diare insieme, e facevamo stare un uomo
di bella statura ed età, in una camera im-
biancata, a sedere o ritto , con diverse atti-
tudini , mediante le quali potessimo vedere
i più difficili scorci; dipoi gli ponevamo un
lume dalla banda di dietro, non troppo alto,
non basso , né troppo discosto da lui, ma
lo fermavamo in guisa, che ci mostrasse il
vero; e subitochè si vedeva 1' ombra, che
esso mostrava nel muro, facendolo star fer-
mo , prestamente si profilava la dett' om-
bra, dipoi facilmente si faceva passare alcu-
ne linee , le quali non ci potevano essere
mostrate dall' ombra, siccome nella gros-
sezza del braccio sono, alcune pieghe , che
vengono nella piegatura del gomito, cosi
nella spalla dentro e fuori, nella testa , in
alcune parti del corpo , nelle gambe, nei
piedi e nelle mani, le quali non si possono
vedere. E questo é il vero modo di dise-
gnare, col quale si conseguisce essere ec-
cellente pittore, siccome è stato il nostro
maraviglioso Michelagnolo Buonarroti, il qua-
le tengo per fermo, che non per altra ca-
gione cotanto abbia valuto nella Pittura ,
se non perchè egli è stato il più perfetto
scultore, e di quella ha avuto più singolar
 
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