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ARCHITETTURA, ^55
dire le parole, che io sentii dire al Re di
lui, le quali disse a me, presente il Cardi-
nal di Ferrara e il Cardinal di Lo^eno e
il Re di Navarra: disse, che non credeva
mai, che altro uomo fusse nato al mondo,
die sapesse tanto quanto Lionardo, non
tanto di Scultura, Pittura e Architettura ,
quanto ch'egli era grandissimo Filosofo. Or
tornando al libro, che io ebbi, del detto
Lionardo, in fra le altre mirabili cose,
ch'erano in su esso, trovai un Discorso del-
la Prospettiva, il più bello che mai fusse
trovato da altro uomo al mondo: perché le
regole della Prospettiva mostrano solamente
lo scortare della longitudine, e non quelle
della latitudine e altitudine. Il detto Lio-
nardo aveva trovato le regole, e le dava ad
intendere con tanta bella facilità e ordine ,
che ogni uomo , che le vedeva, ne era ca-
pacissimo: e siccome io dico disopra, men-
tre che io servivo quel Re Francesco , es-
sendovi il sopraddetto Bastiano Serlio, aven-
do lui volontà di trar fuora questi libri di
Prospettiva, mi richiese, che io gli mostrassi
quel mirabile Discorso del gran Lionardo
da Vinci, il quale io fui contento; e il det-
to ne messe in luce un poco, tanto quanto
il suo ingegno potette capire; e io, che
tanto ero occupato nelle opere , che io fa-
cevo al Re, non pensai mai, che mi avesse
a venir voglia, o di aver comodità di potere
scrivere: la quale, Iddio sia ringraziato, che
di poi che io ebbi finito l'opera in piazza
di Sua Eccellenza, cioè Perseo, e fatto un
 
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