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266 POESIE.
La cupola abbruttisce, abbassa e guasta.
Io parlo per ver dire ,
Non per odio d'aleun, né per disprezzo;
Ma ben Giorgin d'Arezzo ,
Giorgin, Giorgin debb' essere incolpato:
Giorgin fece il peccato,
Che del guadagno troppo innamorato,
O dall'invidia o dall' onor tirato,
E come architettor poco intendente ,
Prosontuosamente il primo è stato
La cupola a dipingere ,
E mensole e cornici ivi entro a fingere
Senz' ordine e misura;
Accioché dalle mura
Non cadessero in Coro
Quelle sue figuracce d'oro in oro.
E dopo ha per ristoro
Quegli ottangoli guasti o riturati
O dipinti o impiastrati,
Che, sendo larghi abbasso,
S' andavan ristringendo appoco appoco,
Tanto che passo passo
Si conduceano al terminato loco ,
Che alla lanterna poi si congiugneva ,
Con tanta grazia e tal proporzione ,
Ch'ognun , che la vedeva,
Gli occhi e '1 petto s'empieva
Di meraviglia e di consolazione.
Or pare alle persone ,
Sendo tanto abbassata,
Ch' ella sia diventata
Un catinaccio da lavare i piedi ,
O una conca da bollir bucati.
Dove son or quegli uomini lodati,
Che per bontà d' ingegno
 
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