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IO CELLINI
pietra di due pezzi, e s' addimandano dop-
pie ; le quali sorte di pietre false si fanno
in Milano. Ma alcuni artefici spinti da ava-
rizia astutamente si sono serviti di tale in-
dustria per ingannare gli uomini ; percioc-
ché essi hanno preso una scoglietta di rubi-
no Indiano, ed acconciala con bellissima
forma, ed il restante della pietra, che en-
tra nel castone dell' anello, hanno fatta di
cristallo ; dipoi gli hanno tinti ed appicca-
ti insieme, e legati in oro con artinziose
legature, e venduti grandissimo prezzo ; sic-
come avvenne a mio tempo, che un gioiel-
liere Milanese , avendo per tal modo con-
traffatto uno smeraldo, lo vendè a personag-
gio di grande importanza, il quale si fidava
assai del detto gioielliere , per scudi nove-
mila; e stette tal inganno celato molti anni.
Fassi ancora degli smeraldi e de' zaffiri di
nn pezzo solo tanto ben contraffatti , che a
gran pena si riconoscono per falsi ; ma per
essere molto teneri, mediante questa imper-
fezione, gli avveduti gioiellieri superano tal
inganno, e falsità. Ma passiamo a trattare
del modo di far le foglie , che servono a
tutte le gioie trasparenti.
Per far queste è prima necessario, che 'l
valente orefice prepari tutti i ferramenti atti
a ciò, e che sieno di finissimo acciajo, e
pulitamente lavorati; essendoché per con-
durre le dette foglie , le quali sono di tan-
ta importanza, bisogna sottoporsi ad una in-
finita diligenza, pazienza e pulitezza. Salve-
stro del Lavacchio, orefice Fiorentino , in
 
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