CELLINI
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ritrovarsene di questi rarissimi, diremo bre-
vemente la notizia, che di essi abbiamo.
Nel tempo di Clemente VII. ci occorse di
vederne uno ad un certo mercante Ragugeo,
detto Biagio di Bona. Questo era un carbon-
chio bianco, di quella bianchezza, che noi
abbiamo detto ritrovarsi in quei rubini, dei
quali poco di sopra abbiamo fatto menzio-
ne; ma riteneva in se un fulgente tanto
piacevole e mirabile, che egli risplendeva
nelle tenebre , ma non quanto i carbonchi
colorati , ben è vero; che in luogo oscuris-
simo io lo vidi rilucere in guisa d' un fuo-
co alquanto smorto. De' carbonchi colorati
poi non m'è occorso vedere, ond' io qui
solo porrò quello , che di essi intesi, ragio-
nando nella mia gioventù con un gentiluo-
mo Romano, molto vecchio in materia di
gioie, il quale mi disse, che un certo Ja-
copo Cola in tempo di notte, essendo
in una sua vigna, vedde nel mezzo di
essa risplendere in guisa di un picciolo
carboncino di fuoco a' piedi di una vite,
perché andato vicino, dove gli pareva di
aver veduto quel fuoco né ritrovandolo ,
diceva, che ritornato nel medesimo luogo ,
donde 1' aveva di prima veduto , e ritrovato
il medesimo splendore, cotanto 1' osservò ,
che egli si condusse a piè di esso, dove rac-
colse una picciola nietruzza; la quale presa
con maravigliosa allegrezza, ed il giorno
seguente portandola a mostrare a diversi
suoi amici , mentre che egli raccontava in
che guisa 1' avesse trovata , abbattendosi a
tal ragionamento un Ambasciatore Venezia-
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ritrovarsene di questi rarissimi, diremo bre-
vemente la notizia, che di essi abbiamo.
Nel tempo di Clemente VII. ci occorse di
vederne uno ad un certo mercante Ragugeo,
detto Biagio di Bona. Questo era un carbon-
chio bianco, di quella bianchezza, che noi
abbiamo detto ritrovarsi in quei rubini, dei
quali poco di sopra abbiamo fatto menzio-
ne; ma riteneva in se un fulgente tanto
piacevole e mirabile, che egli risplendeva
nelle tenebre , ma non quanto i carbonchi
colorati , ben è vero; che in luogo oscuris-
simo io lo vidi rilucere in guisa d' un fuo-
co alquanto smorto. De' carbonchi colorati
poi non m'è occorso vedere, ond' io qui
solo porrò quello , che di essi intesi, ragio-
nando nella mia gioventù con un gentiluo-
mo Romano, molto vecchio in materia di
gioie, il quale mi disse, che un certo Ja-
copo Cola in tempo di notte, essendo
in una sua vigna, vedde nel mezzo di
essa risplendere in guisa di un picciolo
carboncino di fuoco a' piedi di una vite,
perché andato vicino, dove gli pareva di
aver veduto quel fuoco né ritrovandolo ,
diceva, che ritornato nel medesimo luogo ,
donde 1' aveva di prima veduto , e ritrovato
il medesimo splendore, cotanto 1' osservò ,
che egli si condusse a piè di esso, dove rac-
colse una picciola nietruzza; la quale presa
con maravigliosa allegrezza, ed il giorno
seguente portandola a mostrare a diversi
suoi amici , mentre che egli raccontava in
che guisa 1' avesse trovata , abbattendosi a
tal ragionamento un Ambasciatore Venezia-