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POESIE.
FRAMMENTI,
CXV.
La costanza e 1' ardir, 1' animo invitto
Delle più chiare e gloriose donne,
Di quanto '1 vecchio tempo e '1 nuovo ha scritto,
Nel tempo di Mosè, d' Abram, d' Aronne,
De' Greci e gran Roman e dell' Egitto,
L' arme e 1' ingegno dentro all' umil gonne,
Far noto al mondo le grand' opre loro
Col canto e'n bronzo, in marmo, argento, in oro.
Fe' Dio di terra la prima figura,
Che '1 mondo avessi in sul mirabil dosso ;
Chiamò! per nome Adam, che vuol dir cura
Di quant' è immobil fermo, e quanto è mosso;
Dipoi gli trasse delle carnai mura
Eva, che vuol dir madre : onde io non posso
Nè può lodar tant' alto un uomo solo,
Qual saria poco 1' uno e 1' altro polo.
Deh! fammi, Creator, del tutto degno,
Come tuo servo io son, tua creatura,
Che oprar con l' arte mia, dir con 1' ingegno
Quanto mi porge il don della natura;
Porgimi il tuo voler ch' io passi il segno,
E fammi luce in questa valle oscura,
Ch' io canti colla voce, oprar con 1' arte,
La gloria delle donne in queste carte.
POESIE.
FRAMMENTI,
CXV.
La costanza e 1' ardir, 1' animo invitto
Delle più chiare e gloriose donne,
Di quanto '1 vecchio tempo e '1 nuovo ha scritto,
Nel tempo di Mosè, d' Abram, d' Aronne,
De' Greci e gran Roman e dell' Egitto,
L' arme e 1' ingegno dentro all' umil gonne,
Far noto al mondo le grand' opre loro
Col canto e'n bronzo, in marmo, argento, in oro.
Fe' Dio di terra la prima figura,
Che '1 mondo avessi in sul mirabil dosso ;
Chiamò! per nome Adam, che vuol dir cura
Di quant' è immobil fermo, e quanto è mosso;
Dipoi gli trasse delle carnai mura
Eva, che vuol dir madre : onde io non posso
Nè può lodar tant' alto un uomo solo,
Qual saria poco 1' uno e 1' altro polo.
Deh! fammi, Creator, del tutto degno,
Come tuo servo io son, tua creatura,
Che oprar con l' arte mia, dir con 1' ingegno
Quanto mi porge il don della natura;
Porgimi il tuo voler ch' io passi il segno,
E fammi luce in questa valle oscura,
Ch' io canti colla voce, oprar con 1' arte,
La gloria delle donne in queste carte.