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CAPITOLO QUINTO
DEGLI SCULTORI SANESI E DI NICOLA ARETINO.
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Jdù a tessere imprende la storia d' un sol paese dee certamente far caso
d'ogni piccola memoria che si rende più che mai preziosa e interessante per
la gloria parziale d'una popolazione, ma chi intende di tessere la storia dell'arte
non ha il debito di discendere a particolarità così minute e anzi dee toccare
i punti principali senza troppo diffondersi nei soggetti minori. Egli è chiaro
che non v'era produzione in Siena la quale appartenesse alle arti di qualunque
secolo che non divenisse preziosa per le ricerche del P.della Valle; ma non in
tal guisa noi possiamo riguardare quei monumenti, tanto più che dopo la sta-
zione di Nicola Pisano, che abbiam veduto avervi operato nel 1267, escirono
dalla sua scuola Agostino e Agnolo Sanesi abbastanza insigni perchè loro
debba accordarsi un primato nell' arte della scultura, dopo trasferita in Siena
la scuola pisana. Che in Siena avanti queh" epoca vi fossero arti liberali eser-
citate da scultori, pittori ed architetti del luogo è fuor d' ogni dubbio , ma e
dove non erano? E singolarmente in Toscana? Le produzioni di quell'età era-
no però debolissime quanto mai dir si possa e nessuno si riscosse prima di
Nicola Pisano dall'infelice stato di barbara imitazione.
Ognuno che siasi scostato da quella scuola pisana debbe necessariamen- Antichi
• t> 1 • • • n ■ scultori di
te aver corsa una carriera infelice per quanto siasi magnificata ogni opera sua, siena,
e tali forse saranno le sculture di quel maestro Ramo di Paganello scultore e
intagliatore di cui leggesi nel libro dèi consigli riportato dal Padre della Val-
le: Magister Ramus quondam Paganelli qui full cirìs senensis, modo venit
de ultramontis et est de bonis intagliatoribus, et sculploribus de rnundo prò
servitio operis. Costui era fuggito da Siena per avere non si sa bene se am-
mazzata o malmenata la propria moglie, e oltramonte non avrà avuto adito
a formarsi tale scultore da venire in confronto degli alunni della scuola pisa-
na. Così pure veggiamo essere stati quegli altri, più scarpellini che scultori,
che precedettero le opere dei pisani e fecero in alcuni luoghi lavori di scar-
pello assai grossolano e inesperto, come la chiesa campestre fabbricata dalla
contessa Ava Matilde, suburbana a Siena, ove si vede un basso rilievo di mar-
mo bianco che rappresenta la natività del Signore e l'adorazione dei Magi; e
le opere di quell'Uguccio dì Lorenzo e di Ildebrando, il cui nome appena
conservasi nelle antiche cronache, del pari che quel Bellamino da Siena che
Voi,. I. 98
CAPITOLO QUINTO
DEGLI SCULTORI SANESI E DI NICOLA ARETINO.
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Jdù a tessere imprende la storia d' un sol paese dee certamente far caso
d'ogni piccola memoria che si rende più che mai preziosa e interessante per
la gloria parziale d'una popolazione, ma chi intende di tessere la storia dell'arte
non ha il debito di discendere a particolarità così minute e anzi dee toccare
i punti principali senza troppo diffondersi nei soggetti minori. Egli è chiaro
che non v'era produzione in Siena la quale appartenesse alle arti di qualunque
secolo che non divenisse preziosa per le ricerche del P.della Valle; ma non in
tal guisa noi possiamo riguardare quei monumenti, tanto più che dopo la sta-
zione di Nicola Pisano, che abbiam veduto avervi operato nel 1267, escirono
dalla sua scuola Agostino e Agnolo Sanesi abbastanza insigni perchè loro
debba accordarsi un primato nell' arte della scultura, dopo trasferita in Siena
la scuola pisana. Che in Siena avanti queh" epoca vi fossero arti liberali eser-
citate da scultori, pittori ed architetti del luogo è fuor d' ogni dubbio , ma e
dove non erano? E singolarmente in Toscana? Le produzioni di quell'età era-
no però debolissime quanto mai dir si possa e nessuno si riscosse prima di
Nicola Pisano dall'infelice stato di barbara imitazione.
Ognuno che siasi scostato da quella scuola pisana debbe necessariamen- Antichi
• t> 1 • • • n ■ scultori di
te aver corsa una carriera infelice per quanto siasi magnificata ogni opera sua, siena,
e tali forse saranno le sculture di quel maestro Ramo di Paganello scultore e
intagliatore di cui leggesi nel libro dèi consigli riportato dal Padre della Val-
le: Magister Ramus quondam Paganelli qui full cirìs senensis, modo venit
de ultramontis et est de bonis intagliatoribus, et sculploribus de rnundo prò
servitio operis. Costui era fuggito da Siena per avere non si sa bene se am-
mazzata o malmenata la propria moglie, e oltramonte non avrà avuto adito
a formarsi tale scultore da venire in confronto degli alunni della scuola pisa-
na. Così pure veggiamo essere stati quegli altri, più scarpellini che scultori,
che precedettero le opere dei pisani e fecero in alcuni luoghi lavori di scar-
pello assai grossolano e inesperto, come la chiesa campestre fabbricata dalla
contessa Ava Matilde, suburbana a Siena, ove si vede un basso rilievo di mar-
mo bianco che rappresenta la natività del Signore e l'adorazione dei Magi; e
le opere di quell'Uguccio dì Lorenzo e di Ildebrando, il cui nome appena
conservasi nelle antiche cronache, del pari che quel Bellamino da Siena che
Voi,. I. 98