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LIBRO TERZO
irriflessione È singolare ciò che alcuni scrittori ci hanno dettato, trattando precisa-
d!°B".™""niente di quest'arte, ridotta secondo la lor maniera di vedere a principj. Le
stranezze di Falconet sono inescusabili , ma pur anco si accordano colla
singolarità del suo carattere un po'stravagante. Se poi si legge il saggio sulla
scultura di in. AndréBardon (publicato alla metà del secolo scorso ed ove nella
prima sezione parla degli scultori antichi, e nella seconda discende ai moder-
ni, ma da Pressitele salta a dirittura a Bcrnino, e di passaggio appena fa
qualche retrocessione verso Michelangelo e il Bandinelli) non saprebbesi co-
me giustificarlo. In tutto quel saggio non è parola di alcuno degli scultori
del XIII, XIV e XV secolo, e ben grosse travveggole agli occhi si aveva-
no da chi poteva nel parlar di quest' arti preterire Donatello e il Ghiberti
quand'anche di tanti altri che loro aprirono il cammino non si fosse fatta men-
zione. Guardi il cielo che si fosse avverato ciò di cui il sopraccitato autore si
lusinga in questo suo saggio , col riflettere che gli antichi scultori furono
moderni essi pure nell' età loro, e che les modernes derìendront anciens a
leur tour (1).
Noi avremo luogo di conoscere fondatamente quali siano i moderni che
avranno la sicurezza e il diritto di divenire antichi nel senso che intende
questo scrittore, e nel susseguente libro conosceremo a quale grado fu portata
quest' arte prima di Michelangelo, lo strepito del cui genio prodigioso forse
fu causa che si tenessero allora in più basso grado le produzioni di coloro che
il precedettero. Spogliando di prevenzioni e di fascino la storia che andiamo
tessendo porremo ogni cura a scoprire la nuda verità col mezzo dei con-
fronti, e se debolmente a quest' oggetto suppliranno i pochi delineamenti che
saranno tracciati in fine di questi volumi, servir potranno almeno di remini-
scenza per condurre 1' occhio dell'osservatore diligente sugli originali e per
ravvisare nelle produzioni più inosservate quelle gradazioni di talenti e di
merito per cui si giunse attraverso una serie di vicende da Nicola Pisano ad
Antonio Canova.
(1) André Bardon Essai sur la sculptttre. pag- 59-
LIBRO TERZO
irriflessione È singolare ciò che alcuni scrittori ci hanno dettato, trattando precisa-
d!°B".™""niente di quest'arte, ridotta secondo la lor maniera di vedere a principj. Le
stranezze di Falconet sono inescusabili , ma pur anco si accordano colla
singolarità del suo carattere un po'stravagante. Se poi si legge il saggio sulla
scultura di in. AndréBardon (publicato alla metà del secolo scorso ed ove nella
prima sezione parla degli scultori antichi, e nella seconda discende ai moder-
ni, ma da Pressitele salta a dirittura a Bcrnino, e di passaggio appena fa
qualche retrocessione verso Michelangelo e il Bandinelli) non saprebbesi co-
me giustificarlo. In tutto quel saggio non è parola di alcuno degli scultori
del XIII, XIV e XV secolo, e ben grosse travveggole agli occhi si aveva-
no da chi poteva nel parlar di quest' arti preterire Donatello e il Ghiberti
quand'anche di tanti altri che loro aprirono il cammino non si fosse fatta men-
zione. Guardi il cielo che si fosse avverato ciò di cui il sopraccitato autore si
lusinga in questo suo saggio , col riflettere che gli antichi scultori furono
moderni essi pure nell' età loro, e che les modernes derìendront anciens a
leur tour (1).
Noi avremo luogo di conoscere fondatamente quali siano i moderni che
avranno la sicurezza e il diritto di divenire antichi nel senso che intende
questo scrittore, e nel susseguente libro conosceremo a quale grado fu portata
quest' arte prima di Michelangelo, lo strepito del cui genio prodigioso forse
fu causa che si tenessero allora in più basso grado le produzioni di coloro che
il precedettero. Spogliando di prevenzioni e di fascino la storia che andiamo
tessendo porremo ogni cura a scoprire la nuda verità col mezzo dei con-
fronti, e se debolmente a quest' oggetto suppliranno i pochi delineamenti che
saranno tracciati in fine di questi volumi, servir potranno almeno di remini-
scenza per condurre 1' occhio dell'osservatore diligente sugli originali e per
ravvisare nelle produzioni più inosservate quelle gradazioni di talenti e di
merito per cui si giunse attraverso una serie di vicende da Nicola Pisano ad
Antonio Canova.
(1) André Bardon Essai sur la sculptttre. pag- 59-