Muovi frali’ombre, e t’abbandona a lui.'
Ne timor, ne speranza il gran divieto
Obliar non ti faccia ; è di tua sorte
Fido il decreto, e il trasgredirlo è morte, (a)
Pjt, Che ascolto infelice ?
Che annunzio è mai quello !
Coro delle favelle di PJìche.
Che dono funesto
Il cielo ti fè !
Vsu Misera ! Dove andrò ? Qual mi prepara
Vita affannosn, amara
Il mio fato crudeli.. Ma qual mi lega
Strana incognita forza ? Ahi sventurata 1
Qual nube mi circonda, e chi la muove d
Che diverrò ? Chi mi trasporta ? £ dove i
Padre. . . Germane. . . addio
Che sarà mai di me ì
Una ofcura nube, che a poco a poco s* alza dal terreno circonda P'fiche, e la cuo~
pre, trasportandola in aria , in punto che alle di lei /irida s' alza /paventate
Palemone dalle braccia de Sacerdoti, e la vede partire.
Pale?none col Coro delle fue figlie.
Ali fermati, aspetta
A {coltami, oh Dio
Pah Oh figlia infelice !
Che giorno è mai quello !
Coro delle for elle di PJìche.
Che dono fanello
Il cielo ti fè !
Pai. Santi Numi del ciel, ditemi almeno,
Se la perdo per sempre,
Se più la rivedrò ; se pria che aggravi
Quelle misere luci il sonno eterno,
Fra quelle braccia accolta
C Po-
vv s abbandona travagliato dal Nume agitatore traile braccia de’Sacerdoti,
Ne timor, ne speranza il gran divieto
Obliar non ti faccia ; è di tua sorte
Fido il decreto, e il trasgredirlo è morte, (a)
Pjt, Che ascolto infelice ?
Che annunzio è mai quello !
Coro delle favelle di PJìche.
Che dono funesto
Il cielo ti fè !
Vsu Misera ! Dove andrò ? Qual mi prepara
Vita affannosn, amara
Il mio fato crudeli.. Ma qual mi lega
Strana incognita forza ? Ahi sventurata 1
Qual nube mi circonda, e chi la muove d
Che diverrò ? Chi mi trasporta ? £ dove i
Padre. . . Germane. . . addio
Che sarà mai di me ì
Una ofcura nube, che a poco a poco s* alza dal terreno circonda P'fiche, e la cuo~
pre, trasportandola in aria , in punto che alle di lei /irida s' alza /paventate
Palemone dalle braccia de Sacerdoti, e la vede partire.
Pale?none col Coro delle fue figlie.
Ali fermati, aspetta
A {coltami, oh Dio
Pah Oh figlia infelice !
Che giorno è mai quello !
Coro delle for elle di PJìche.
Che dono fanello
Il cielo ti fè !
Pai. Santi Numi del ciel, ditemi almeno,
Se la perdo per sempre,
Se più la rivedrò ; se pria che aggravi
Quelle misere luci il sonno eterno,
Fra quelle braccia accolta
C Po-
vv s abbandona travagliato dal Nume agitatore traile braccia de’Sacerdoti,