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Ricci, Corrado
Il mercato di Traiano: 28 Ottobre 1929, 8. (governatorato di Roma) — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.3298#0003
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I resti dell'emiciclo del mercato di Traiano nel 1911 (fot. Carboni)

L'imperatore Costanzo venuto a Roma nel 356, visitando il Foro
di Traiano (così racconta Ammiano Marcellino) lo proclamò il
più meraviglioso monumento da lui visto, per grandezza e per ma-
gnificenza. Gli era compagno un principe persiano di nome Ormisda,
uomo, sembra, di gusto ed anche di arguta conversazione. Costanzo,
volgendosi a lui, dichiarò che mai avrebbe potuto costruirne uno
uguale. Tutt'al più, soggiunse, avrebbe potuto fare una statua equestre
di bronzo dorato, non inferiore a quella di Traiano, che sorgeva nel
mezzo del Foro. Naturalmente egli alludeva alle dimensioni, perchè
purtroppo l'arte, al suo tempo, non era più quella del tempo di
Traiano. Comunque, se a ciò non pensò lui, pensò Ormisda quando
(forse abbozzando un sorriso maligno) disse : « A che fare il cavallo,
se non puoi fargli una stalla come questa? »

L'aneddoto è prezioso per noi, perchè ci mostra che sulla metà
del secolo IV il Foro doveva sorgere ancora in tutto il suo splen-
dore. Né sembra che fosse molto decaduto verso la fine del se-
colo VI se Venanzio Fortunato testimonia che vi si andavano a re-
citare componimenti e se nacque la leggenda che Gregorio Magno,
considerando la sontuosità d'esso e delle altre costruzioni di Traiano,
invocò ed ottenne da Dio che ne liberasse l'anima e l'ammettesse
in Paradiso.
 
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