114 Vite de’ Pittori Bolognesi
la gran camera a quello contìgua , che serve per riscaldarsi a quei religiosi,
ed è più beila del refettorio . Djpinse alcuni fregi in casa Ratta : ia cu.
polena dell’ aitar maggiore nella chieià delle monache di s. Leonardo, e
tutta la cappella : il quadro a tempera, che serve di sportellolall'Imma, / ]
gine della Madonna di Galiera : la cappella dell’ oratorio di s. Maria della
Neve . indi passàrono a Firenze a farvi alcuni lavori » terminati i quali,
e rimpatriati i due fratelli, diedero mano a dipingere la gran volta della
nobil chiesa di s. Paolo, lavoro quanto atto a spavemare chiunque perla
sua vastità , altrettanto lodevolmente condotto , e qui fu dove accadde il
funesto accidente, che si disse di Antonio suo fratello» che vi lasciò la
vita, e però 1’architettura fu terminata dal Guidi suo discepolo .
Dopo quella grande, e faticosa opera dipinse il noltro Giuseppe Roli
tutto l’oratorio della compagnia di s. Gio. Battila, indi paìsò a dipingere
1* alta , ed angulta cupola della chiesa di s. Bartolommeo di quelli Teatini,
ed il coro , ed il braccio deliro di detta chieià, lo che tutto fu terminato,
e scoperto li 2. d’ Agollo del ió8p.
Andò a Pisa , e vi dipinse tutti i muri della chiesa di quella Certosa,
con universale applauso , avendo per compagno il suddetto Guidi, il qua-
le prima, che folle terminato il lavoro, se ne morì, e fu l’anno 1700.
Nell’anno poi 1704. andò il Roli in Germania» seco conducendo un
suo scolaro » ed un altro già scolaro di suo fratello » per nome Pietro Fran-
cesco Farina» e dipinse una gran sala , ed alcune stanze, al Principe di
Baden nel suo palazzo fabbricato in Rallat : il qual lavoro compito ,
morto quel Principe , convenne ai noilri professori di ritornarsene .
Ritornato il Roli, che , già cominciava a risentire il pelo degli anni,
e delle fatiche fatte, quindi innanzi poco dipinse ; e prese moglie per avere
un poco di governo negli ultimi suoi giorni » i quali terminarono nel 1727.
li 27. di Novembre , ìasciando una bella raccolta di gelli, di disegni » e di
(lampe.
Fu aggregato all’ Accademia Clementina » e ne fece la Vita il Zan-
notti nella sua lioria dell’Accademìa suddetta nel tomo primo. Nè fa memo-
ria il Malvalla nel secondo tomo della Felsina : e 1’ Abecedario Pittorico ; ma
1’ Harms nelle sue Tavole Cronologiche > non fa menzione , che del solo An-
tonio Roli, facendolo^ fallamente al Polito ) pittor di figure .
GIACOMO GIOVANNINI.
SColaro di Gioseffo Roli fu Giacomo Giovannini , nato in Bologna Pan-
no 1667. avendo da lui appreso il disegno , e l’iustradamento nella
pittura. Comparve perciò al pubblico con una tavola da altare , che è nel
primo della chiesa parrocchiale di s. Niccolò degli Albani» dove si vede
s. Maria Maddalena, che adora la Croce sofienuta dagli Angeli: e nella
cap-
la gran camera a quello contìgua , che serve per riscaldarsi a quei religiosi,
ed è più beila del refettorio . Djpinse alcuni fregi in casa Ratta : ia cu.
polena dell’ aitar maggiore nella chieià delle monache di s. Leonardo, e
tutta la cappella : il quadro a tempera, che serve di sportellolall'Imma, / ]
gine della Madonna di Galiera : la cappella dell’ oratorio di s. Maria della
Neve . indi passàrono a Firenze a farvi alcuni lavori » terminati i quali,
e rimpatriati i due fratelli, diedero mano a dipingere la gran volta della
nobil chiesa di s. Paolo, lavoro quanto atto a spavemare chiunque perla
sua vastità , altrettanto lodevolmente condotto , e qui fu dove accadde il
funesto accidente, che si disse di Antonio suo fratello» che vi lasciò la
vita, e però 1’architettura fu terminata dal Guidi suo discepolo .
Dopo quella grande, e faticosa opera dipinse il noltro Giuseppe Roli
tutto l’oratorio della compagnia di s. Gio. Battila, indi paìsò a dipingere
1* alta , ed angulta cupola della chiesa di s. Bartolommeo di quelli Teatini,
ed il coro , ed il braccio deliro di detta chieià, lo che tutto fu terminato,
e scoperto li 2. d’ Agollo del ió8p.
Andò a Pisa , e vi dipinse tutti i muri della chiesa di quella Certosa,
con universale applauso , avendo per compagno il suddetto Guidi, il qua-
le prima, che folle terminato il lavoro, se ne morì, e fu l’anno 1700.
Nell’anno poi 1704. andò il Roli in Germania» seco conducendo un
suo scolaro » ed un altro già scolaro di suo fratello » per nome Pietro Fran-
cesco Farina» e dipinse una gran sala , ed alcune stanze, al Principe di
Baden nel suo palazzo fabbricato in Rallat : il qual lavoro compito ,
morto quel Principe , convenne ai noilri professori di ritornarsene .
Ritornato il Roli, che , già cominciava a risentire il pelo degli anni,
e delle fatiche fatte, quindi innanzi poco dipinse ; e prese moglie per avere
un poco di governo negli ultimi suoi giorni » i quali terminarono nel 1727.
li 27. di Novembre , ìasciando una bella raccolta di gelli, di disegni » e di
(lampe.
Fu aggregato all’ Accademia Clementina » e ne fece la Vita il Zan-
notti nella sua lioria dell’Accademìa suddetta nel tomo primo. Nè fa memo-
ria il Malvalla nel secondo tomo della Felsina : e 1’ Abecedario Pittorico ; ma
1’ Harms nelle sue Tavole Cronologiche > non fa menzione , che del solo An-
tonio Roli, facendolo^ fallamente al Polito ) pittor di figure .
GIACOMO GIOVANNINI.
SColaro di Gioseffo Roli fu Giacomo Giovannini , nato in Bologna Pan-
no 1667. avendo da lui appreso il disegno , e l’iustradamento nella
pittura. Comparve perciò al pubblico con una tavola da altare , che è nel
primo della chiesa parrocchiale di s. Niccolò degli Albani» dove si vede
s. Maria Maddalena, che adora la Croce sofienuta dagli Angeli: e nella
cap-