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Crespi, Luigi; Malvasia, Carlo Cesare
Felsina pittrice: vite de' pittori bolognesi ; ... con indici ... (3): Felsina Pittrice: Vite De' Pittori Bolognesi ; Alla Maesta Di Carlo Emanuele III. Re Di Sardegna &c. &c. — Roma: Nella Stamperia Di Marco Pagliarini, 1769

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https://doi.org/10.11588/diglit.63218#0257
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Vite de9 Pittori Boiognesi 18$
gente ignara » e le fa dire egli è dejjò 9 di tanto etti pure sono paghi » e nulla
eercanodi più : non la pastosità delle carni » non il gusto del colorito » non la
degradazione delle tinte » non la rotondità delle parti » non il rissetto dell’
aria» e non cento altre e cento necesiàrissìme parti constituenti un vero»
e bel ritratto ; ma con una tinta di carne fatta anticipatamente silila lor ta-
volozza » giuda la loro formatali maniera » tutti i ritratti dipingono della
stessa tinta » di quella lèrvendolì » tanto per una testa di un vecchio » quan-
to per quella d’un giovane : tanto per una bella donna » quanto per una
bratta : dovendo inlbmma quella lervire per tutti i ritratti » come appunto
una tinta per una tela » che si tinga» o che si stampi » o per un carattere »
che s’imprima su d’ una carta : veggendosi talvolta de’ ritratti di vecchi »
tutti rugosi » di tal colorito vivace » e roseo » che meglio non avrebbe un
fanciullino » che traesse Nicchiando il latte : e talora de’ ritratti lenza un
minimo colore di carne 9*«e|be sembrano di getto » o pure di tanti morti :
senza parlare della politura sciocca » indurita» priva di spi rito » di grazia»
di moto: delle parti del volto » e de’sentimenti » troppo crudi» taglien-
ti» e di legno » con tutto quel di più» d’insulso» di debole» e di secca-
ginoso» da cui sono accompagnati : lumeggiati inoltre da capo a fondo egual-
mente » senza sangue nelle mezze tinte» e nell’ombre: senza rissetti nella
rotondità delle parti : senza tinte de’ campi » che favoreggino » e sbalzino
la testa dipinta. Ora» iodico» che quelli tali non si pottòno chiamare veri
ritrattili! » e che però poca lode » e menoftima si meritano » troppo etten-
do lontani da ciò » che coftituisce un vero professòre di ritratti.
Parlo di quei ritrai tisti » che il vero » il bello » ed il difficile lòlo cer-
cando » piantano da prima il suo originale in attitudine graziola » gran-
diosa » vantaggiosa : indi per quanto si potta, diminuendo la caricatura
del volto ( giacché pochi sono quei volti » che non abbiano un poco di ca-
ricatura » tutta loro propria } rendono limile al suo prototipo il suo ritrat-
to 9 il quale affinchè sia » al possibile 9 vivo » e parlante 9 salvano in elso un
lume principale 9 indi degradando insensibilmente le tinte 9 e quelle imi-
tando dal vero 9 che hanno dinanzi 9 e però componendole sui fatto 9 van*
no impattando una testa di carne » fresca » ben variata » con arte degra-
data 9 a tempo rissettala : ne’ cui rissetti 9 e nelle cui eftremità veggasi l’aria
d’intorno intorno rissettere » tenendo fresche » e leggieri le tinte » non
pelle 9 e ripeste » ed ogni parte rotonda 9 tenera 9 fiaccata : con capelli
leggieri 9 e dipingi con poche pennellate » ma giuste9 e lucide : con belle
mani carnose» sanguigne» e vere 9 leggermente toccate 9 e con grazia:
con pieghe facili » nobili 9 e proprie di quella tòrta » che dimostrano» con
un campo tinto 9 e variato giufta il bisogno delia tefia » con altri accessòr j
presi dal vero 3 di libri v. g. di pelli » di fiori &c.
Ora di quelli tali ritrattifti parlando ( che pochi sono» almeno nella
siostra Italia 9 e rari io dico collantemente 9 che tali pittori sono 9 e chia-
mar
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