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De Rossi, Giovanni Battista
La Roma sotterranea cristiana (Band 3, Text) — Rom, 1877

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.1192#0243
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— 217 —

ecclesia santa Solere; poi non longe i martiri greci; finalmente prope papa Marcus
in sua ecclesia. II senso vago del prope e del non longe nel testo del Malmesburiense
e già stato da me avvertito in proposito del presente quesito nel tomo I pag. 262:
ne vorrei su quelle parole troppo fondarmi per inferirne, che i martiri greci sieno
stati più vicini a s. Marco, cioè al cimitero di Balbina, che a s. Sotere, cioè al
cimitero di Callisto. Ma l'ordine, in che le predette stazioni sono dal Malmesbu-
riense annoverate, addita la posizione dei sepolcri d'Ippolito e dei suoi compagni
tra santa Sotere e s. Marco, lungi da s. Cornelio; mentre la scala e l'arenaria della
regione XIII sono vicinissime a s. Cornelio: e se quivi era il santuario dei martiri
greci, il topografo avrebbe dovuto nominarlo tra s. Cornelio e santa Sotere, ovvero
tra s. Cecilia e s. Cornelio, non tra santa Sotere e s. Marco. L'obbiezione sarebbe
gravissima, se la topografia del Malmesburiense fosse un vero itinerario: benché
anche in questo caso più modi diversi si possono immaginare per intendere, come
in tanta contiguità di monumenti ed intreccio di vie e di diverticoli abbia il viaggia-
tore unificata la stazione a s. Cecilia ed a s. Cornelio (ibidem), poi visitato santa
Sotere, i martiri greci, s. Slarco. Ma la citata topografia non sempre esprime con
precisione esatta l'ordine itinerario: e fa d'uopo confrontarla con altri documenti
per dare a ciascuna sua parola il giusto valore. L'epigramma di Damaso, che quasi
unifica i martiri greci col gruppo principale dei pontefici e martiri del cimitero
di Callisto ad s. Syxtum, ci sconsiglia dall'interpretarc il testo del topografo in
modo, che troppo separi i martiri greci dal vero coemeterium Callisti. Tuttavia non
essendo ragionevole in questi studii procedere a legge di sistematiche o preconcette
opinioni, ho cercato Yarenarium Ilippolyti lungi dalla stazione ad s. Syxtum, lungi
da s. Cornelio, nella linea retta tra santa Sotere e s. Marco, ove l'ordine del topo-
grafico testo sembra additarlo.

Vera arenaria incorporata col cristiano cimitero in tutta quella linea non appa-
risce. E se quivi fu lo storico arenarium Ilippolyti, farà d'uopo dire o che l'estensore
degli atti adoperò quel vocabolo in senso lato, in quanto ogni galleria cimiteriale
scavata nel lufa può essere appellata crypta arenaria, ovvero che que\Y arenarium
è sepolto sotto interramenti oggi da ogni lato inaccessibili. Benché luna e l'altra
ipotesi mi sembrino poco verisimili, ho cercato le storiche cripte d'Ippolito nella
linea predetta. Il primo punto del sotterraneo, ove in quella linea trovo indizi di
cripte visitate e proscinemi di visitatori, è quello di che ho parlato nel tomo I
pag. 271. E fuori del limite settentrionale da me tracciato del cimitero di Callisto
e delle sotterranee regioni ad esso regolarmente incorporate. Il più intero proscinema
quivi scritto dice: ^c«S OmNIPOTCS CuSTobl SàPRICIum. Altri nomi e date sulle mede-
sime pareti sono graffite; ma niun costrutto ne cavo ne indizio per lo storico nome
dei sepolcri in quelle cripte venerati. Più volte ne ho tentata l'esplorazione: la
cripta è doppia, devastatissima, rovinosa, al tutto spogliata. Riattivata teste in più
ampio giro l'esplorazione, ho cercato se la doppia cripta insignita di nomi e pro-
scinemi graffiti fosse per avventura appendice del santuario, e questo fosse nascosto
sotto l'interramentoMella galleria, che la traversa; in fondo alla quale la pianta dimo-
stra l'esistenza d'un'antica scala. Sterrata per buon tratto la galleria, niun'altro cubi-
colo è apparso: la devastazione è tutt'atlorno completa. Alquanti frammenti di lapidi

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