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Ducati, Pericle
La scultura Etrusca — Firenze, 1934

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https://doi.org/10.11588/diglit.42082#0014
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LA SCULTURA ETRUSCA

sia di forma che di schemi vivaci è nelle
figure bestiali, lepri fuggenti e cervi, che
nelle figure umane ; l’arte etrusca più
che nella espressione dell uomo, si è
esercitata in quella dell’animale ; 1 bron-
zetti di Broho presuppongono invero il


Foto del Museo di Firenze.

Bronzetti da Brodio
ded R. Museo Archeodogico di Firenze.

lungo precedente periodo orientalizzante.
Così, viva è la corrispondenza tra l’arcai-
smo di quest’arte etrusca con l’arte del-
l’oriente ellenico.
Singolari sono le figure di tre guerrieri
e di una donna, allampanate, ma piene
nel tempo stesso di sodo vigore : è la
corporeità specificatamente etrusca, anche
quando le proporzioni sono erronee nel
senso della lunghezza. Lo schema dei
guerrieri è quello dei kouroi ellenici con
la gamba sinistra avanzata ; ma mossa

vivace è nella parte superiore del corpo.
E una disannonia di parti tra di loro reci-
samente contrastanti con un senso di
durezza ; è una espressione di quella viva-
cità spregiudicata, di quel movimento
scomposto che sono caratteri dell’arte
etrusca, in principal misura di questo
secolo VI. La Grecia fa avvertire sempre
più esteso e più. profondo il suo influsso :
grecizzanti sono gli schemi delle figure,
grecizzante è il costume e le divinità e
gli eroi espressi sono desunti dalla reli-
gione e dal mito dei Greci ed 1 mostri ef-
figiati derivano dalla fantasia ellenica. Ho
detto Grecia ; ma durante questo secolo VI
sono le coste dell’ Asia Minore, sono le
isole adiacenti abitate da stirpi greche che
esercitano un esclusivo influsso. Po-
tremmo dire che è la stirpe jonica, la
quale in questo mondo greco-orientale
primeggia sulle altre nel cammino della
civiltà, nelle manifestazioni dell’ intelletto
e perciò anche nell’arte.
Tuttavia, se dalle città lucumomche
della costa e della parte inferiore del-
1’ Etruria, ove 1 progressi della scultura
greca sono prontamente assimilati, pas-
siamo ai centri interni o a quelli setten-
trionali, constatiamo un’ arretrata stiliz-
zazione, per non dire talora una rude
barbane. Avvertiamo cioè nella scultura,
come in tutta l’arte etrusca un’assenza di
unità ; corrisponde essa al particolarismo
della vita nazionale etrusca, ove i singoli
dodici stati della confederazione non sono
insieme cementati come in un solo fascio
di attività politica, e perciò culturale, ma
dimostrano tra di loro rilassati vincoli,
che solo vigoreggiano nel culto religioso.
È un rigoglio di arte nel secolo VI :
è invero il secolo della maggiore potenza
dell’ Etruna. Da quando si costituì la
Etruria verso la fine del sec. Vili, mercè
la colonizzazione di Tirreni venuti per
mare e mercè la fusione di questi coloni
con le stirpi italiche pre-esistenti, abituate
ai lavori dei campi e d’indole pacifica,
dopo la forte espansione dalle coste del
mare verso l’interno, si ha la costituzione
del civilissimo stato federale etrusco tra
Arno e Tevere, si ha l’assoggettamento
del Lazio con centro principale a Preneste,

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