INTRODUZIONE GENERALE
XI
le tristi esperienze delle dominazioni barbariche, diviene più consa-
pevole negli animi, piu efficace nella realtà politica. L’ideale di una vita
nazionale affiora negli scrittori che conservano e tramandano la tra-
dizione di Roma, nelle scuole dei giuristi e dei grammatici, nei poeti,
e si concreta nella unità della lingua, Indice della coscienza unitaria
del popolo italiano. Dante fisserà ormai per sempre il concetto della
Nazione Italiana nei suoi termini geografici, nella lingua, nella conti-
nuità della tradizione storica. Per merito del divino poeta il fanta-
sma di Roma si ridesta, né più scomparirà dalla coscienza del popo-
lo italiano.
Anche nel Petrarca, come già osservava F. De Sanctis, «la nuova
Italia ripiglia le sue tradizioni, e si sente romana e latina, e si pone
nella sua personalità di rincontro agli altri popoli stranieri e barbari».
Cola di Rienzo determinerà poi nettamente, forse per la prima volta
nella storia, gli elementi fondamentali del concetto di nazione nella
unità della stirpe e nella individualità nazionale, «unitas stirpis et pro-
prietas nationis».
Né è soltanto, come qualche scrittore straniero ha affermato, tra-
dizione letteraria. Poiché lo stesso sentimento d’italianità splende nel-
la lotta che s’accende sopra i piani lombardi tra i Comuni ed il Barba-
rossa, a Legnano ed a Costanza, nella civiltà dei Comuni che già al più
grande storico tedesco del XII secolo appariva civiltà essenzialmente
romana, nelle nostre fiorenti città che la loro storia amano ricollegare
con la storia di Roma, in tutta la vita italiana che di quel sentimento
si colora e s’illumina, e da esso trae lo slancio ed il rigoglio della sua
espansione materiale e spirituale.
Scomparso l’Impero medioevale, tramontata con l’esilio avigno-
nese la stessa universalità romana del Papato, nelle lotte fra gli stranie-
ri che si contendono il dominio d’Italia, nel nostro parteggiare per gli
uni o per gli altri, la nazionalità italiana, come realtà politica, è tra-
volta. E tuttavia l’eredità di Roma è sempre viva e presente. Il Rina-
scimento affonda le sue origini nella tradizione di Roma. Una nuova
universalità si forma, l’universalità della cultura che è cultura latina.
Nel nome di Roma gl’italiani diventano maestri del mondo; e l’Eu-
ropa guarda novamente a Roma, maestra di ogni arte, madre della
civiltà europea.
Dal ricordo e dall’esempio di Roma sono nutriti il nuovo concetto
di virtù e di valore umano, il nuovo senso della libertà e della volontà.
XI
le tristi esperienze delle dominazioni barbariche, diviene più consa-
pevole negli animi, piu efficace nella realtà politica. L’ideale di una vita
nazionale affiora negli scrittori che conservano e tramandano la tra-
dizione di Roma, nelle scuole dei giuristi e dei grammatici, nei poeti,
e si concreta nella unità della lingua, Indice della coscienza unitaria
del popolo italiano. Dante fisserà ormai per sempre il concetto della
Nazione Italiana nei suoi termini geografici, nella lingua, nella conti-
nuità della tradizione storica. Per merito del divino poeta il fanta-
sma di Roma si ridesta, né più scomparirà dalla coscienza del popo-
lo italiano.
Anche nel Petrarca, come già osservava F. De Sanctis, «la nuova
Italia ripiglia le sue tradizioni, e si sente romana e latina, e si pone
nella sua personalità di rincontro agli altri popoli stranieri e barbari».
Cola di Rienzo determinerà poi nettamente, forse per la prima volta
nella storia, gli elementi fondamentali del concetto di nazione nella
unità della stirpe e nella individualità nazionale, «unitas stirpis et pro-
prietas nationis».
Né è soltanto, come qualche scrittore straniero ha affermato, tra-
dizione letteraria. Poiché lo stesso sentimento d’italianità splende nel-
la lotta che s’accende sopra i piani lombardi tra i Comuni ed il Barba-
rossa, a Legnano ed a Costanza, nella civiltà dei Comuni che già al più
grande storico tedesco del XII secolo appariva civiltà essenzialmente
romana, nelle nostre fiorenti città che la loro storia amano ricollegare
con la storia di Roma, in tutta la vita italiana che di quel sentimento
si colora e s’illumina, e da esso trae lo slancio ed il rigoglio della sua
espansione materiale e spirituale.
Scomparso l’Impero medioevale, tramontata con l’esilio avigno-
nese la stessa universalità romana del Papato, nelle lotte fra gli stranie-
ri che si contendono il dominio d’Italia, nel nostro parteggiare per gli
uni o per gli altri, la nazionalità italiana, come realtà politica, è tra-
volta. E tuttavia l’eredità di Roma è sempre viva e presente. Il Rina-
scimento affonda le sue origini nella tradizione di Roma. Una nuova
universalità si forma, l’universalità della cultura che è cultura latina.
Nel nome di Roma gl’italiani diventano maestri del mondo; e l’Eu-
ropa guarda novamente a Roma, maestra di ogni arte, madre della
civiltà europea.
Dal ricordo e dall’esempio di Roma sono nutriti il nuovo concetto
di virtù e di valore umano, il nuovo senso della libertà e della volontà.