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Ducati, Pericle
L' Italia antica: dalle prime civiltà alla morte di Cesare (44 a. C.) — Milano, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.42162#0035
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IL PALEOLITICO SUPERIORE: GROTTA ROMANELLI

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con gambe e con avambracci piuttosto corti, con mani piccole e larghe, ma mobili assai.
Nel cranio dell’01mo, all’infuori del frontale poco sviluppato, si hanno caratteri che in
modo sorprendente riappaiono in razze assai meno vetuste; non si hanno certo le orbite
scimmiesche del tipo di Neanderthal.
In questo tipo si riconosce l’uomo musteriano, mentre il cranio dell’Olmo è stato clas-
sificato tra le documentazioni scheletriche dell’uomo della industria di Chelles e di Saint-
Acheul. Ma l’attribuzione potrebbe essere mutata: il tipo di Neanderthal al periodo
chelléen ed acheuléen, quello dell’Olmo al periodo musteriano. Certo è che l’uomo di
Neanderthal, rappresentante di una razza primitiva, lontanissima, è destinato a sparire.
Ma ci si domanda: come furono i precursori dell’uomo di Neanderthal, quegli esseri che
in suolo italico accesero i primissimi fuochi a grotta Romanelli? E prima ancora, i remo-
tissimi proavi nostri, avvolti in una nebbia che non si può diradare, piuttosto che uo-
mini certo saranno stati antropoidi. Ma come?
Non al tipo umano di Neanderthal spetta l’avvenire nella nostra Italia, ma a quello
di carattere superiore offertoci dal teschio deH’Olmo. Forse in tale teschio è la pri-
missima testimonianza di quella stirpe mediterranea, che tanto ha contribuito alla
formazione del forte substrato preistorico, su cui superbo si innalza il mirabile edilìzio
storico della nostra Italia.
Il paleolitico superiore

Migliaia e migliaia di anni comprende il paleolitico inferiore; ce ne rendono avvertiti
gli strati, privi di documenti umani, o sterili o semplicemente faunistici, accumulati
con lentezza, che sembra quasi immobilità, e che si sovrappongono e si intramezzano
agli strati contenenti vestigia dell’uomo in uno sviluppo si straordinariamente pigro, da
apparire quasi uniformità tediosa di vita. Eppure migliaia e migliaia di anni comprende
anche il paleolitico superiore, che si potrebbe designare con una unica denominazione,
quella di miolitico. Possiamo forse calcolare queste migliaia di anni? Possiamo, lasciando
da parte il paleolitico inferiore, incalcolabile, fissare l’inizio del paleolitico superiore,
per esempio, come è stato proposto, ma dubitativamente, nel 25.000 a. C.? Oppure
non ci dobbiamo azzardare a proporre date? Questo secondo parere è più prudente,
anzi risponde alle esigenze della scienza : è temerario, è puerile volere rinserrare questa
misteriosa opera, che è la nascita e lo sviluppo primo dell’umanità, in limiti offerti
da date, limiti esigui rispetto alla storia del mondo, limiti iperbolici per la nostra capa-
cità mentale.
Migliaia e migliaia di anni comprende quella civiltà paleolitica superiore, che, sino a
non molto tempo fa, veniva, per l’Italia nostra, negata. I documenti più interessanti, più
chiari sono offerti a tal riguardo dalla grotta Romanelli in Terra d’Otranto e dalle grotte
di Grimaldi o dei Balzi Rossi quasi al limite della Liguria occidentale.

Il paleolitico superiore a grotta Romanelli
A grotta Romanelli, al di sopra di uno strato di pietrame calcareo, che arriva anche ad
un metro di spessore e dovuto al disgregamento lentissimo delle pareti e della volta della
grotta, al di sopra di un crostone stalagmitico grosso venti centimetri e dovuto allo stilli-
cidio, pure lentissimo, dell’acqua infiltrata, disgregamento e stillicidio denotanti un clima
estremamente umido, dapprima caldo, poi con inverni lunghi e piovosi (periodo glaciale
Wurm I), si ha uno strato di terra rossa portata dal vento e denotante un clima caldo.
 
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