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Ducati, Pericle
L' Italia antica: dalle prime civiltà alla morte di Cesare (44 a. C.) — Milano, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.42162#0562
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COLONIE E VIE

Mercé queste colonie distribuite nel centro e nel mezzogiorno della penisola, ma anche
nel settentrione — ivi sentinella, per cosi dire, di romanità verso le Alpi si innalzava
Aquileia — viene agevolata ed affrettata l’opera di romanizzazione. Sono germi fecondi
di romanità, che ben presto daranno i loro frutti, mentre non solo il contatto, ma la fu-
sione tra le varie genti d’Italia avviene con sempre maggiore intensità per mezzo delle
arterie stradali e per mezzo della divisione del territorio di una colonia (centuriatio).
Delle vie si sono già menzionate l’Appia, la regina viarum, col suo prolungamento da
Capua a Brindisi, la Flaminia sino a Rimini, l’Aurelia sino a Pisa, poi sino a Luni, la
Clodia e la Cassia nell’interno dell’Etruria, la Emilia da Rimini a Piacenza, la Emilia
Altinate da Bologna ad Aquileia. Altre arterie principali erano quelle di antichissima
origine diramanti dall’Urbe: le vie Latina, Tiburtina, Salaria; alcune erano di assai
corto percorso riallaccianti a Roma centri vicini; la Labicana, la Prenestina, la Nomen-
tana, la Portuense, la Ostiense, l’Ardeatina. Si aggiungano per la seconda metà del se-
colo II la via Postumia da Genova a Cremona (148) poi, continuata sino ad Aquileia
attraverso Verona, la via Popilia (132) da Rimini ad Adria, poi, sino ad Aitino, la via
Aemilia Scauri (109), che occupò il tronco della Aurelia da Vada Volaterrana a Luni e
che giungeva sino a Vada Sabatia (oggi Vado), la seconda via Popilia (132) da Capua a
Reggio con una lunghezza di 132 miglia.
Ai tempi repubblicani è ovvio che risalgano anche alcune vie delle grandi isole italiane ;
per la Sicilia si ha menzione della via Valeria da Messina a Lilibeo e della via Pompeia
da Messina a Siracusa. Due grandi arterie litoranee erano in Sardegna e congiungevano
Cagliari a Tibula (Capo della Testa) lungo la costa ad est e la costa ad ovest; infine si
ha notizia in Corsica di una via da Mariana a Palla (oggi Porto vecchio). Oltre a queste vie
compivano la rete stradale vie traversali meno importanti, più 0 meno ampie e munite.
Già si vide a proposito delle vie Appia e Flaminia che le vie venivano tracciate dai
censori, a cui spettava la loro cura; ma dopo la seconda guerra punica subentrarono
i consoli ed i pretori nel creare nuove arterie stradali. Solo col sec. I a. C. appaiono i
funzionari adibiti alle vie, cioè i curatores viis sternendis ed i cùratores viarum, mentre
si ha notizia antecedentemente dell’esistenza di leggi riguardanti le vie, di lèges variae\
di esse la più celebre è la lex Sempronia dovuta a C. Sempronio Gracco durante il suo
tribunato (124).
La « CENTURIATIO »
La centuriatio: il territorio di una colonia veniva misurato e limitato da agrimensori
(1agrimensores o decempedatores,) i quali facevano parte della spedizione coloniale. Si ese-
guiva la limitazione in modo che il terreno veniva diviso in quattro parti per mezzo di
una linea da sud a nord (cardo maximus) e di una linea da est ad ovest (decumanus ma-
ximus) ; le quattro parti erano dette ci tra, ultra, dextra, sinistra; altre linee, parallele al
cardine ed al decumano principali, suddividevano le quattro parti in zone quadrate a
mo’ di insidae, dette centuriae-, ciascuna di esse era composta di solito di duecento jugeri
(ettari 50,4) o anche più e le terre ivi comprese erano gli agri intra clausi. Ogni centùria
alla sua volta si suddivideva in lotti pei singoli coloni, e, per esempio, nel caso dei coloni
latini di Bononia, in lotti, ciascuno, di 50 (ettari 12,616) o di 70 (ettari 17,663) jugeri.
Questi lotti avevano il nome di sortes o anche di acceptae; il primo nome indica evidente-
mente che la distribuzione, per evitare litigi, avveniva per sorteggio. Quanto restava al
di fuori dell’ager diviso ed assegnato era detto ager arcifinius ed era stabilito per lo più
a difesa dei confini.
 
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