Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bodrero, Emilio; Ducati, Pericle; Istituto Nazionale per le Relazioni Culturali con l'Estero <Rom> [Hrsg.]
Italia e Grecia: saggi su le due civiltà e i loro rapporti attraverso i secoli — Firenze, 1939

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.42576#0371

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
VENEZIA NELLA POESIA NEO-GRECA

335

Conoscete il suo nero leone, l’alato? È il suo emblema. E ve-
deste negli ampi suoi fóri Turchi, Greci, diversi prigionieri? Co-
noscete la terra del peccato, dell’amore, dell’odio, della fama?...
Venezia, la terra del corallo, è nostra e dell’aureo sole. Godete,
figli di madre gloriosa, nelle braccia della guerra e dell’amata.
Cadono i popoli, vola via la fortuna. Ohimè! cadrai anche tu, o
Venezia.
Oh ! sì ! gioite coi doni del tempo. Questo Elleno, ora curvo
servo, ieri era figlio di dei e semidei. Portate il vino, non voglio
più cantare.... Cadono i popoli, vola via la fortuna. Ahimè! cadrai
pure tu, Venezia » (1868).
Viva ammirazione e sincera compassione per Venezia, già
gloriosa e ora gemente sotto il giogo straniero, esprime Stefano
Cumanudis, la cui fama è meglio assicurata dalle sue opere filo-
logiche e archeologiche che non dalle poesie giovanili e dal
lungo poema Stratis Calopicheiros, in una Catena di Sonetti a
Venezia (Eeigà aovétrcov elq Beveriav) composta nel 1845, e sepolta
nell’ Emerologio nazionale (^E'&vixòv ' HpsQoXóyiov) di M. P. Vretos
per l’anno 1862 (Parigi 1861), donde opportunamente è stata esu-
mata nella rivista Ateniese MeXerg del 1912, pp. 305-308.
Sonetto II
Il lastricato suolo della tua antica Signora calchi, o Elleno, e
scendendo dalla nera gondola non ti vien voglia di piegare il gi-
nocchio? 0 più non serbi il comportamento dimesso di quell’epoca,
ma forse dalla bocca irata versi malevoli motteggi? No! no! ma
riconoscente rammenta, che quand’era sommersa nelle tenebre, di
qui la tua patria riceveva la luce e da templi qui silenti, per tre
secoli, ti veniva dato ben preparato il tuo nutrimento intellettuale.

Ili
Era del resto scritto, che diventassi aneli’ io tuo ammiratore,
o Venezia: e non fu per mera curiosità! Che la tua terra non mi
sia grave! Non sono Teutono principe e tuo oltraggiatore; nè,
come la sua, la mia lingua aspra, e tonante con impudenza vanta
in faccia a te inesistenti opre virili. Io ti porto come tributo amore
e vera compassione nei tuoi mali odierni e sono afflitto di offrirti
 
Annotationen