VOCI DI ETRURIA
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villa, Pian di Misano, ove ancor molto è da sco-
prire, furono possesso di una famiglia, in cui le
tradizioni di amorosa cura per le antichità del
luogo si erano trasmesse in un centinaio di anni
attraverso tre generazioni; è la famiglia Aria dal
titolo comitale. Ma gli scavi di Misano sono col-
legati inoltre alla memoria di due insigni archeo-
logi; furono essi il conte Giovanni Gozzadini bolo-
gnese, oltre che archeologo, storico, ed Edoardo
Brizio, maestro insigne dell’Ateneo di Bologna.
Due uomini, due oppòste idee. Per il Gozzadini
tutto quanto si rinveniva a Pian di Misano e a
Misanello era la testimonianza di una vasta necro-
poli etrusca; questa idea preconcetta, che urtava
contro la evidenza dei fatti, egli mantenne sino alla
morte sua avvenuta nell’agosto del 1887. Per il
Brizio si doveva riconoscere presso Marzabotto la
esistenza di una vera città etrusca coi relativi suoi
sepolcreti, di una città distrutta dai Galli. Oggi la
teoria del Gozzadini è sepolta, e giustamente, nel-
l’oblìo; ma mi sia lecito ricordare la tenace sodezza
con cui il Brizio difendeva la sua teoria. Una Pompei
etrusca era solito a chiamare la città che un tempo
sorgeva presso Marzabotto; denominazione sugge-
stiva, perchè risveglia falsamente la idea di edifizi
egregiamente conservati. Ma in realtà, come Pompei
soffocata dal Vesuvio occupa un posto precipuo per
la conoscenza della città romana, così per la cono-
scenza della città etrusca uno dei contributi mag-
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villa, Pian di Misano, ove ancor molto è da sco-
prire, furono possesso di una famiglia, in cui le
tradizioni di amorosa cura per le antichità del
luogo si erano trasmesse in un centinaio di anni
attraverso tre generazioni; è la famiglia Aria dal
titolo comitale. Ma gli scavi di Misano sono col-
legati inoltre alla memoria di due insigni archeo-
logi; furono essi il conte Giovanni Gozzadini bolo-
gnese, oltre che archeologo, storico, ed Edoardo
Brizio, maestro insigne dell’Ateneo di Bologna.
Due uomini, due oppòste idee. Per il Gozzadini
tutto quanto si rinveniva a Pian di Misano e a
Misanello era la testimonianza di una vasta necro-
poli etrusca; questa idea preconcetta, che urtava
contro la evidenza dei fatti, egli mantenne sino alla
morte sua avvenuta nell’agosto del 1887. Per il
Brizio si doveva riconoscere presso Marzabotto la
esistenza di una vera città etrusca coi relativi suoi
sepolcreti, di una città distrutta dai Galli. Oggi la
teoria del Gozzadini è sepolta, e giustamente, nel-
l’oblìo; ma mi sia lecito ricordare la tenace sodezza
con cui il Brizio difendeva la sua teoria. Una Pompei
etrusca era solito a chiamare la città che un tempo
sorgeva presso Marzabotto; denominazione sugge-
stiva, perchè risveglia falsamente la idea di edifizi
egregiamente conservati. Ma in realtà, come Pompei
soffocata dal Vesuvio occupa un posto precipuo per
la conoscenza della città romana, così per la cono-
scenza della città etrusca uno dei contributi mag-